Ma chi era davvero Sant'Antonio? E che significato hanno i simboli a lui legati?
Eremita,
taumaturgo, saggio, mistico, veggente: Sant'Antonio entra nella
devozione popolare per una molteplicità di aspetti della sua
personalità. Originario di Keman, in Egitto, dove nacque nel 251, la sua
vita è narrata da Anastasio di Alessandria, che per primo ce ne riporta
gli episodi salienti. Raffigurato in avanzata età, con l'inseparabile
bastone a forma di Tau e il campanello, è sempre contornato da animali
domestici, con i quali, secondo la tradizione, conversava amabilmente.
Famoso anche per la sua lotta contro il demonio, subì tentazioni
eccezionali dal cui fuoco si seppe difendere attraverso la preghiera
continua. E in ricordo di questo fuoco, che ne tormentava l'anima, la
vigilia della festa viene celebrata con il tradizionale focarone: 'u
focarò.
Il fuoco. Il fuoco che illumina, che scalda, che consuma, che purifica.
A
questo fuoco, che brucia oggi nel mezzo della Piazza VII luglio,
venivano anticamente attribuite delle proprietà terapeutiche, forse
magiche. Dalle sue ceneri, infatti, venivano ricavati gli unguenti
lenitivi contro l'herpes zoster, il male degli ardenti. Chi ne soffriva
veniva curato anche attraverso l'unzione con il grasso del maiale,
animale tradizionalmente caro al Santo, per ottenere una pronta e
definitiva guarigione. L'intercessione del Santo, da sempre ritenuto un
potente taumaturgo, veniva invocata sul malato con fede e devozione,
segnando con le dita la parte dolorante, riproducendo il Tau antoniano.
Oggi
la festa di Sant'Antonio viene vissuta dai capranichesi come un momento
di festa chiassosa, nell'attesa della benedizione degli animali... e
perché no? Anche dei loro padroni. Il santo viene trasportato dai
Confratrelli della Pia Società di Sant'Antonio Abate, vestiti con un
saio che ricorda i panni dell'eremita egiziano, nella Piazza San
Francesco facendosi largo tra la folla festosa. Mentre il Santo guarda
verso la gente, che ancora oggi con devozione si ricorda del suo potente
patrocinio, dal sagrato della Chiesa, dopo una breve orazione, il
sacerdote scende per la benedizione dei numerosissimi animali, che
impartisce con copiose aspersioni di acqua benedetta.
Al
termine, tutti sono invitati a prendere un maritozzo di Sant'Antonio,
distribuito dai confratelli della Pia Società, in segno di buon augurio
perché l'inverno non riservi sorprese dannose ai raccolti, e di speranza
per l'arrivo della primavera.
Evviva Sant'Antonio!
Nessun commento:
Posta un commento
Ciao! Grazie per aver lasciato un commento su Hic et Nunc!