11 settembre 2022

Avrà la mia fiducia e il mio voto chi...

Si, sembro un incrocio tra il Fantozzi, trascurato, con la barba lunga, insonne... dopo aver cercato di capire - invano - a chi dare il proprio voto tra tonnellate di quotidiani e visioni notturne di tribune politiche (quando, tutto sommato, nella politica nazionale non c'erano i cialtroni improvvisati di oggi), e Munch che urla, prima di dipingersi, al sentire la sua anima a brandelli. 

Esagerato! Qualcuno dirà... Esagerato?! E mica tanto! Perché qui la faccenda è seria: chi se lo merita il mio voto? A chi, tra questi quattro poco di buono che si litigano il governo nazionale per i prossimi 5 anni - Grande Finanza permettendo, sempre in agguato con i suoi colpi di stato bianchi a suon di spread e rating negativi - devo consegnare la mia scheda elettorale con la preziosissima crocetta che indica la mia preferenza?

E allora, siccome nessuno - dico nessuno - sta dicendo cose sensate in questa campagna elettorale, soprattutto per farci capire le differenze di politiche in determinati ambiti, facciamo il contrario: sono io che vi dico chi voto.

E quindi alle elezioni politiche 2022, avrà la mia fiducia e il mio voto tra voi:
- chi non considererà un "feticcio" ideologico la riforma della Costituzione, perché la Carta fondamentale dello Stato non è un totem consegnato ai posteri fisso e immutabile, ma contiene in se la previsione sacrosanta di adattarsi ai tempi e di modificarsi. Leggetela, lo hanno previsto i Costituenti;
- chi si proporrà di riformare l'architettura dello Stato con l'applicazione vera ed efficace del principio di sussidiarietà verticale,  pilastro dei trattati dell'Unione Europea, con una nuova riforma del titolo V della Carta, l'abolizione delle inutili, irritanti e pachidermiche Regioni con i loro Governatori che tanto ricordano i telefim di Zorro, il rilancio e potenziamento delle Province,  l'accorpamento dei Comuni sotto i 3.000 abitanti con l'archiviazione definitiva e perpetua dei retaggi medievali della società comunale, il ritorno alle competenze statali nelle materie della sanità, della scuola, dei trasporti, del commercio (perché un cittadino che abita ad Attigliano, Umbria, è uguale ad uno che abita a Bassano in Teverina, Lazio, pur abitando in due Regioni diverse);
- chi riuscirà finalmente a sganciarci dal bicameralismo perfetto e a dotare le due camere di competenze diverse e distinte, poiché dal momento che abbiamo diminuito i parlamentari per dar retta a stupidi miti populisti del "risparmio", dobbiamo ora mettere mano alla essenziale riforma del Parlamento;
- chi abolirà dalla Costituzione il divieto di mandato imperativo (art. 67 cost.) per gli eletti, che tanti danni ha causato alla credibilità delle istituzionali parlamentari e locali, nella consapevolezza che gli italiani non sono fatti per il senso civico e che vanno obbligati per legge - costituzionale! - ad essere onesti con gli elettori;
- chi abolirà la differenza assurda e artificiosa tra "termine ordinatorio" e "termine perentorio" (e addirittura "dilatorio", buona grazia dei giudici amministrativi!),  spesso causa del lassismo delle istituzioni nazionali, locali, della pubblica amministrazione e dei cittadini. Un termine è un termine (poi dice che noi italiani non siamo puntuali... e per forza!);
- chi userà il termine "semplificazione" per quello che in realtà è, e non come un pretesto per complicare ancora di più ciò che si vorrebbe più semplice (perché - un esempio per tutti, ma si potrebbe scrivere all'infinito tanta è la stupidità e l'ignoranza di chi scrive le norme - non si capisce il motivo per cui, ad esempio, lo stesso malato per ottenere diritti diversi - dalla legge 104 all'invalidità civile, dal tesserino invalidi all'assistenza domiciliare - deve essere sottoposto a visite diverse, e magari con la stessa commissione medica!);
- chi provvederà a delegificare abolendo davvero e una volta per tutte le migliaia di norme inutili e sovrapposte, magari obbligando gli uffici legislativi dei ministeri a scrivere in maniera chiara le norme senza rimandi ipertestuali;
- chi concepirà e farà funzionare i tre poteri dello Stato come pienamente indipendenti tra loro e impedirà travasi tra gli stessi a cominciare dal potere giudicante, a cui deve essere impedito - per il bene supremo della democrazia - di interessarsi di politica;
- chi introdurrà sistemi fiscali equi, dove tutti sono chiamati a pagare in proporzione a ciò che hanno guadagnato e magari toglierà qualche diritto non necessario agli evasori sistemici, cronici e seriali che si sanno muovere con grande disinvoltura (grazie a specifiche categorie professionali) tra le infinite possibilità, inventate da fantasiosi legislatori e da giudici geniali, di non pagare o di dilazionare tributi e tasse;
- chi abolirà l'assurdo ISEE e utilizzerà il sistema dei redditi prodotti e dichiarati, contemperato con l'entità dei depositi bancari e dei beni durevoli posseduti soggetti a registrazione, come indice del proprio benessere sociale e modalità di accesso ai servizi a domanda individuale;
- chi non considererà la sanità come un settore produttivo qualsiasi, dove bisogna far guadagno a scapito dell'efficienza dei servizi resi al cittadino e chi accetterà quindi che si può anche avere una sanità pubblica "in perdita" ma rispettosa dei diritti del malato;
- chi saprà far vincere il principio che i diritti collettivi - in tutti gli ambiti, compreso quello della salute - devono prevalere su quelli individuali, perché la forza della democrazia non è l'individuo ma lo stare insieme secondo regole comuni, è la solidarietà, è il sacrificarsi per il "tutto";
- chi saprà abolire le molteplici sovrapposizioni di competenze tra amministrazioni e enti, che disorientano il cittadino e provocano lungaggini burocratiche assurde e dispendiose;
- chi riformerà la legge elettorale in senso maggioritario secco senza assurdi recuperi proporzionali, abolirà l'uso del ballottaggio, darà certezza della vittoria a chi vince, con maggioranze stabili e durature al Paese e alle istituzioni locali (= una legge elettorale per tutti i livelli dello Stato, ovvero la legge elettorale usata per i Comuni sotto 15.000 abitanti)...

Chiederei molto altro ancora a quelli che si propongono di guidare il Paese per i prossimi 5 anni: da un sistema dell'accoglienza che sia davvero sostenibile (senza gli estremismi folcloristici dei blocchi navali e arcobaleneneschi del "lasciamo che entrino tutti"), ad un sistema di diritti della persona che sia propugnato finalmente "per" chi li chiede e non piuttosto "contro" quelli di altri...
Temo, tuttavia, che nessuno degli schieramenti o delle forze politiche attuali possa guadagnare e meritare il mio voto...

Continuo quindi a navigare nel mare di coloro che vanno a votare perché credono pur sempre al voto come supremo esercizio delle libertà democratiche, ma che si sentono tanto come degli apolidi politici, senza cittadinanza di un partito o di un movimento.

23 giugno 2022

L'acqua di San Giovanni

 

Ed ecco anche quest'anno, l'Acqua di San Giovanni. 

Una preghiera mentre si raccolgono i fiori. Che siano profumati. Vanno bene anche le piante aromatiche come il rosmarino o la salvia. Non dovrebbe mancare l'iperico, il giallo fiore di San Giovanni, che se si spezza lascia uscire lo stesso sangue del santo. Ma va bene anche senza. L'importante è che inebri di profumo, l’Acqua di San Giovanni, come il profumo del Paradiso, per ricordarci a cosa siamo stati chiamati, all’alba della nostra esistenza. E che sia molto colorata, come dovrebbe essere la vita del cristiano, piena di gioia e di bello. Quindi che stia fuori tutta la notte a raccogliere rugiada e a riposare nella luce della luna e degli astri, simbolo della Creazione e perenne richiamo del Creatore. Perché «...se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?» (Salmo 8).

E poi la mattina una preghiera. Mentre ci si lava le mani e il viso con questa acqua profumata. Perché sia un nuovo, rinnovato, simbolico battesimo nel giorno della festa del Battista. 

Buona festa di San Giovanni Battista!

21 giugno 2022

Nuovo Feudalesimo. Da Renzi a Paragone, da Calenda a Di Maio

Ed eccone un altro. Dopo Bersani, Speranza, Alfano, Renzi, Paragone, Calenda e molti altri ancora, ecco Di Maio. Forse tra un po' toccherà anche a Salvini - visto l'andazzo dentro la Lega - di seguire i suoi colleghi su per questa china: andare via dal proprio partito/movimento per farsene uno a proprio uso e consumo. 
Una volta nei partiti c'erano le correnti. Sono state criticate, è stato detto che era roba vecchia, deleteria alla vita politica. Ma nelle correnti si cercava di far prevalere il proprio punto di vista al congresso, a suon di voti e di delegati. Non era solo spartizione di potere, come è stato fatto passare dalla vulgata della seconda repubblica. Era democrazia, che piaccia o no. Soprattutto, si restava dentro al partito, senza sbattere la porta come bambini arrabbiati che perdono al Monopoli. Le rese dei conti erano una questione interna, e i perdenti avevano la possibilità di mettersi da parte per un po', di fare opposizione dentro al partito, per poi riproporsi in futuro alla guida della loro forza politica. Oggi invece - oggi che ci fa schifo tutto quello che puzza di prima repubblica - invece delle correnti si esce dai partiti (partiti? questi sono partiti? movimenti?) per fare - indovinate un po'? - dei nuovi partiti o dei nuovi movimenti, ma non quelli con la vocazione maggioritaria, che ti aspetti vincano le elezioni e portino stabilità al Paese, bensì quelli personali, minuscoli, feudali, dove si diventa signori e padroni della propria universitas castri, o peggio, del proprio hortus conclusus, difeso da quattro mura contro quelli che la pensano diverso. Per questo si rincorre il proporzionale nella legge elettorale. Per esserci e contare, anche se si pesa e si peserà solo un misero 2%. Poi non ci vengano a dire scandalizzati che la gente si disaffeziona della politica, facendo finta di cadere dal pero. 

16 maggio 2022

Torna puntuale dopo 5 anni l'attesissima settima edizione del Grand Prix di Ippica "Città di Capranica" - 12 giugno 2022

Come 5 anni fa, riceviamo e pubblichiamo da "Il Cavallo" di lunedì 16 maggio 2022, un pezzo di Bruno Fioretti (vedi qui l'articolo del 2017)

Domenica 12 giugno, presso lo storico hippodrome cittadino "Francesco Petrarca", restaurato di recente, si svolgerà l'attesissima settima edizione del Grand Prix di ippica "Città di Capranica"

28 marzo 2022

Un po’ di chiarezza sulla guerra Russia-Ucraina: il diritto internazionale, l’ONU, la NATO, l’art. 11 della Costituzione Italiana


Russia-Ucraina. Credo che sui social (ma anche altrove) si stia perdendo la bussola. Ricorro quindi al sacro Conforti e agli altri testi dell’esame di Diritto Internazionale (pur sempre validi, perché nonostante siano passati – ahimè – ormai molti anni questa branca del diritto non ha subito particolari stravolgimenti) per chiarirmi le idee. Soprattutto per non farmi influenzare nel costruire un’opinione equilibrata e oggettiva.

03 giugno 2021

Dai Prati del San Vicino a Elcito, il piccolo Tibet delle Marche

Il Monte San Vicino è un massiccio dalla grande gobba che caratterizza fortemente lo skyline marchigiano. Si staglia imponente su Matelica e Cerreto d’Esi, ad ovest, e su Apiro e Cingoli ad est. Si trova sul confine tra le province di Macerata (a sud) e di Ancona (a nord), a qualche chilometro da Fabriano (a nord) e da Camerino (a sud), i centri più importanti della zona. Anticamente i romani lo avevano consacrato a Giano bifronte perché vegliasse sul confine Piceno contro i popoli umbri, e da questo fatto, probabilmente, deriva il suo nome. Dal centro di Matelica si sale ai Prati del San Vicino, una sella sul fianco sud della montagna, percorrendo circa 15 km di strada panoramica (25 minuti), ovviamente da aggiungere, nel nostro caso, ai 190 km che separano Capranica dalla cittadina marchigiana (circa 2h e 30min). 

21 maggio 2021

Bar (barretto, CRAL, ARCI e Sarvato’) – Capranica come la ricordo io. Lessico semiserio di un mondo che non c’è più

La Repubblica Italiana è fondata sul lavoro. Capranica è fondata sul bar (ma anche l’Italia). Non è una stupidaggine questa, né si deve considerare come una cosa disdicevole. Nessuno può negare, infatti, che al bar nascono amicizie e amori, che al bar si parla di sport e di attualità, che al bar nascono progetti politici e addirittura liste elettorali, che al bar si concludono affari davanti ad un aperitivo e due stuzzichini. Il bar si può quindi considerare, a buon diritto, come una delle basi fondanti della nostra socializzazione. 

18 maggio 2021

Quando d’estate, tutti i giorni alle 14,30, alla Madonna del Piano passava Battiato

 

Corri ch'è tardi, ‘ché passa Battiato!“. In preda all’eccitazione e all’entusiasmo, da valle Santi correvamo su, in salita, per le scalette dell’Appello. Dovevamo assolutamente farci trovare pronti all’appuntamento per l’autostop, proprio davanti alla chiesa della Madonna del Piano. Battiato passava a Capranica tutti i giorni alle 14,30. Veniva da Trevignano Romano, dove lavorava in una azienda agricola, e andava a San Martino al Cimino, dove invece abitava. Approfittavamo di lui per andare al lago nella calda estate dell’82, quella dei mondiali di Spagna e dei nostri sedici anni. Lo vedevamo comparire puntualissimo sul rettilineo di Viale Nardini con la sua R4 azzurra, piena di cassette stracolme di pomodori e di musica. La sua.

14 maggio 2021

Banda “Carlo e Annibale Chiassarini” - Capranica come la ricordo io. Lessico semiserio di un mondo che non c’è più.

Ricordo ancora con dispiacere la data dell’ultima esibizione della banda comunale, o più precisamente, del complesso bandistico “Carlo e Annibale Chiassarini”: era domenica 13 maggio 1979, festa della Madonna delle Grazie. La banda – o meglio, quello che ne rimaneva – non appena ebbe finito di assolvere al suo compito di riaccompagnare la Sacra Immagine della Madonna fino alla chiesa di Santa Maria, si sciolse quel giorno definitivamente. 

07 maggio 2021

Fiorita - Capranica come la ricordo io. Lessico semiserio di un mondo che non c’è più.

Anticipo la puntata della fiorita, pubblicandola in occasione della festa della Madonna delle Grazie.
Come sappiamo, purtroppo, per il secondo anno di seguito non si può celebrare a causa della pandemia. 
Ma nel cuore di tutti i capranichesi c'è forte e viva la speranza che questo sia l'ultimo anno trascorso senza poter abbracciare la nostra Protettrice Celeste.

30 aprile 2021

Biove’ e i giochi con le bilie - Capranica come la ricordo io. Lessico semiserio di un mondo che non c’è più.


Non chiedetemi perché questo passatempo praticato da bambini alla soglia dell’adolescenza si chiamava così, perché è un vero mistero etimologico. Era un gioco che si svolgeva con le bilie di vetro (o biglie). Queste ultime erano ovviamente molto diffuse tra bambini e ragazzi. Ne ho viste possedere – con bieca invidia da parte mia – per l’intera capienza di una sportina di plastica. 

24 aprile 2021

Acqua ferruginosa (Acquaforte e 'u grottò) - Capranica come la ricordo io. Lessico semiserio di un mondo che non c’è più

La fonte dell'Acquaforte e la fonte Carbona' come apparivano a metà degli anni Settanta

Andare alla fonte ferruginosa dell’Acquaforte era per noi bambini una piccola avventura. La fonte, o meglio, le due fonti, con il piccolo edificio che l’ospitava e tutto il luogo d’intorno, erano infatti piuttosto misteriosi. In verità noi non amavamo moltissimo bere di quell’acqua. Forse perché l’interno del piccolo manufatto era cosparso di muschi bagnati e putrescenti che da terra arrivavano così in alto da ricoprire il muro, fino a circondare, inglobandola, la piccola cannella metallica da dove usciva un esile rivolo d’acqua.

20 aprile 2021

Ammazzatora - Capranica come la ricordo io. Lessico semiserio di un mondo che non c’è più.

 


L’ammazzatora, il mattatoio, era un piccolo edificio di rosso tufo che sorgeva un tempo in fondo alla Via Romana, in corrispondenza dell’incrocio con la strada bianca che si inerpica su per la salita detta “dell’Americano”, in direzione delle località di Monticelli e Pogliere (strada vicinale di Monticelli). Fu in uso fino alla metà degli anni ’70 quando venne sostituito da una struttura più moderna, situata all’estremità meridionale del quartiere Vallesanti.