31 dicembre 2022

Candide o l'ottimismo


È perché viviamo nel "migliore dei mondi possibili" in quanto "tutto ciò che esiste ha una ragione di esistere":

- che Candido, a causa di un bacio alla bella Cunegonda, stimolato dall'aver spiato una "lezione di anatomia" che si stava svolgendo dietro un cespuglio tra il suo precettore Pangloss ed una servetta, viene spedito con lui fuori dal feudo, "a calci nel sedere";
- che però così può scampare alla morte quando i Bulgari saccheggiano il castello e tutti vengono trucidati,  e Cunegonda, sparisce diventando preda di guerra per la soldataglia;
- che durante la guerra dei sette anni tra bulgari (prussiani) e abari (francesi),  viene arruolato a forza dai primi;
- che quando diserta viene scoperto e bastonato da duemila soldati, e condannato a morte, per essere poi graziato da Federico II;
- che il suo precettore Pangloss si ammala di sifilide;
- che viene imbrogliato a Parigi da un mercante anabattista, Jacques, col quale s'imbarca per Lisbona;
- che durante il viaggio Jacques muore affogato a causa di una tempesta ma lui si salva insieme a Pangloss;
- che con il suo precettore viene "accolto" in Portogallo dove scampa, appena arrivato, al disastroso terremoto/maremoto del 1755;
- che il giorno dopo il terremoto Pangloss viene impiccato dall'Inquisizione durante un autodafé;
- che scampa ancora alla morte ma viene nuovamente fustigato a sangue;
- che viene curato da una vecchia che si scopre essere conoscente della bella Cunegonda, la figlia del barone di cui si era innamorato, ma che in realtà era sfuggita alla morte, e i due si rincontrano;
- che uccide per difesa due potenti del luogo che si contendono l'amore della ragazza, un giudeo di nome don Issacar e il Grande Inquisitore in persona;
- che insieme a Cunegonda e alla vecchia (che si rivela essere una principessa, figlia di un papa, ma caduta in disgrazia dopo essere finita schiava di pirati) scappano oltre oceano fino a Buenos Aires, dove Cunegonda e la vecchia sono ospiti del governatore;
- che con il suo servitore Cacambo scappa rifugiandosi dai gesuiti;
- che dopo aver ucciso il capo dei gesuiti, che in realtà era il giovane barone fratello di Cunegonda che non voleva che la sorella sposasse un plebeo, scappa nella foresta dove scampa ai selvaggi cannibali Orecchioni;
- che con Cacambo risale un fiume ed arriva nella splendida città di El Dorado, dove l'oro e le pietre preziose sono considerate fango e dove non esistono litigi né guerre;
- che abbandona la città con molti montoni carichi di pietre preziose per fare ritorno in Europa e riscattare Cunegonda, tenuta prigioniera dal governatore;
- che ancora una volta s'imbatte in una serie di eventi sfortunati che lo costringeranno a dividersi da Cacambo;
- che incontra Martino, un manicheo dalle idee completamente opposte a quelle di Pangloss, e prosegue insieme a lui il suo viaggio alla ricerca dell'amata, passando per la Francia (dove viene imbrogliato ripetutamente e alla fine deve fuggire per evitare di finire arrestato, durante le repressioni seguite all'attentato di Damiens contro Luigi XV) e l'Inghilterra (dove assiste all'esecuzione dell'ammiraglio Byng);
- che, quindi, va a Venezia, dove incontra diversi personaggi, tra cui Paquette, la servetta del barone divenuta prostituta, il nobile Pococurante, sei sovrani in esilio e il frate Giroflée, che vuole abbandonare il convento e "farsi turco";
- che infine ritrova Cacambo e finisce a viaggiare su di una galera, diretta a Costantinopoli, città dove la sua amata vive facendo la serva e dove ritrova, come schiavi rematori, il filosofo Pangloss, sfuggito miracolosamente alla morte, e il fratello barone di Cunegonda (anche lui sopravvissuto), e li riscatta;
- che a Costantinopoli si ritrova così con Cunegonda, Martin, Cacambo, la serva, la vecchia e il frate Giroflée, ormai convertito all'islam;
- che dopo aver rispedito - tramite galea - il barone gesuita a Roma, finisce per vivere insieme agli altri,  umilmente, in una piccola fattoria da lui comprata con i resti delle ricchezze di Eldorado, per dedicarsi a "coltivare il proprio Orto" (spazio di terra ben definito).

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