Estate 1992, Champoluc (AO), escursione ai laghi Pinter
Cinque anni fa volava in cielo Don Piccolo. Questo l'articolo che - indegnamente - scrivevo su LazioSette a nome di tutta la Presidenza diocesana di Azione Cattolica.
“Lui verrà! Verrà col tepore della primavera, o col sole
dell’estate, o dopo un lungo freddo inverno, ma verrà…ci spalancherà le braccia
e la sua gioia ci travolgerà!”
Ci mancherà quel suo sorriso semplice e contagioso. Ci
mancheranno la sua cortesia sconfinata e la sua ironia leggera e gentile. Ci
mancherà la sua straordinaria disponibilità ad ascoltare, ad andare incontro
agli altri, a capirli a tutti i costi. Ci mancherà la sua umiltà intellettuale (lui
con due lauree) e la sua semplicità disarmante. Don Pier Luigi se n’è andato
nell’alba livida e piovosa della prima domenica d’Avvento. Così. In punta di
piedi. Con la serenità di chi ha combattuto la buona battaglia e conservato la
fede. Lui che aveva scelto di suscitarla, la fede, nella gente, negli altri, in
chi incontrava nel suo giorno di prete. E forse il suo segreto, o la sua forza,
stava proprio in quel nomignolo che egli stesso si era attribuito. In quel
farsi “piccolo” che solo le anime grandi, per dirla con Benigni, sanno
cogliere, e fare proprio. Fino ad assumerlo come stile quotidiano di vita.
Don “Piccolo” era fatto così. Amava le cose semplici, come le
sue “bisacce”, che tanto richiamavano il pellegrino anelante verso quella
“pietra preziosa” che spesso ricordava, e contemporaneamente guardava verso
l’alto, alle cose grandi che ti mandano dritto verso il cielo. Servire
facendosi ultimo: questo il suo programma di vita e di sacerdozio. Cristo e la
sua chiesa, innanzitutto, e poi il suo vescovo, la sua gente, il mondo. E nel
ricordino della prima messa, tutta la sintesi dell’incontro con “il suo Signore
e il suo Dio”: quasi un manifesto. Prima con l’impegno nelle fila di Azione
Cattolica, come vice-presidente diocesano giovani e membro della delegazione
regionale del Lazio. Poi a Roma, durante il Seminario, con la forte esperienza
tra i detenuti del carcere di Rebibbia. Infine nel sacerdozio, attraverso il
quotidiano lavoro tra la gente di Manziana, che tanto ha amato e da cui subito si
è fatto amare.
Ma “dire” di Don Pierluigi separatamente dalla “sua” Azione
Cattolica, sarebbe assurdo. E’ qui, infatti, che per tutti diventava Don
“Giggi” o, semplicemente, “Giggi”. E’ qui che era cresciuto nella fede ed aveva
maturato la scelta di farsi prete. Qui, infine, era stato assistente diocesano
del settore giovani, e ora, fino all’alba del 27 novembre, assistente unitario.
Come non pensare, quindi, ai campi a Saint Jacques, ai ritiri al Soratte e a
Civitella San Paolo, alle straordinarie GMG, alla quotidianità di San Giuseppe
Operaio, agli incontri a Castel Sant’Elia., e poi alla “perla preziosa”, alla
“bisaccia del pellegrino”, alla Regola spirituale dei giovani di A.C., ai
viaggi a Roma, a Nazzano, al Seminario di Nepi….
E così non poterlo incontrare ancora, non poterci parlare, e
sapere di non poter più farsi coinvolgere dal suo sorriso, ma di doversi
accontentare invece, d’ora in poi e per sempre, solo del suo ricordo (diretto o
evocato, fa lo stesso), lascia tanto tanto umano amaro in bocca…
Ecco allora che quel “Lui verrà!”, che imperscrutabilmente è emerso dalle
pagine della guida unitaria di quest’anno associativo, e che ci conforta
dicendoci: “Non abbiate paura: è risorto!”, diventa ragione e motivo di
speranza per tutti noi. Per mamma Elena e papà Carlo. Per Paolo, il don
“grande” della famiglia. Per i confratelli sacerdoti, per gli amici, i compagni
di A.C., i parrocchiani di Manziana, per tutti. E sapere che Giggi è volato in
cielo con l’assoluta certezza di partecipare alla eterna pace del Signore, deve
farci sperare che lo rincontreremo, un giorno, vicino o lontano che sia, in
quello stesso luogo celeste.
Lì non servirà più di
ricordarci di lui o di ricordarselo, perché Don Giggi verrà ad accoglierci
sulla soglia del Paradiso, spalancandoci le braccia e travolgendoci con la sua immensa
gioia.
Di rivederci ancora.
pubblicato su "Avvenire - LazioSette", domenica 4 dicembre 2005
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