22 giugno 2015

Escursione al Monte Viglio (2156 mslm)

21 giugno 2015
Era da tempo che sognavo di mettere i piedi sulla cima del Monte Viglio (2156 mslm), la seconda cima del Lazio dopo il Terminillo, e il 21 giugno 2015 l'ho finalmente conquistata insieme con gli amici del GECO.
Ho letto di tutto sul Viglio e i monti Càntari (con l'accento sulla prima sillaba), una piccola catena che geologicamente segna una vera e propria soluzione di continuità tra quella dei Simbruini e quella degli Ernici. E così, animato di tanta speranza e dall'entusiasmo necessario a superare la fatica dell'ascesa (tanto che non ci ho dormito la notte precedente), alle 7,00 di mattina della domenica 21 giugno ero in macchina in direzione di Filettino (FR) e il vicino passo di Serra Sant'Antonio, che segna il confine amministrativo tra il Lazio e la provincia dell'Aquila, in Abruzzo.

Resoconto dell'escursione

Dal valico di Serra Sant'Antonio (1608 mslm), attraverso il sentiero Giovanni Paolo II (sentiero CAI 651), che segue una comoda strada forestale, si arriva con leggero saliscendi a Fonte della Moscosa (1619 mslm). Da qui si imbocca l'evidente sentiero CAI 696a che conduce in circa 20 minuti al belvedere di Monte Piano (1770 mslm) superando uno "strappetto" di buona pendenza.
Dopo aver ammirato il panorama sulla Valle Roveto (Abruzzo) e i suoi paesi, si prosegue sullo stesso sentiero CAI 696a che da qui in poi supera il dislivello maggiore dirigendosi dapprima sulla linea di massima pendenza (leggera cresta) del Monte Piano (cima nord: 1838 mslm), per poi tagliare obliquamente il versante nord dello stesso Monte Piano fino a guadagnarne la sua cima sud (1992 mslm), segnata da una grande statua di San Giovanni Battista.

Precisazione: dopo l'evidente tornante che porta sulla dolce cresta del Monte Piano, è possibile decidere di imboccare la variante del sentiero che aggira i Càntari e il Gendarme del Viglio, oppure affrontare la serie di cime dei Càntari. Noi scegliamo questa seconda via.

La via normale lascia quindi a sinistra il Monte Piano e la grande statua di San Giovanni Battista che guarda e protegge la Valle Roveto, e piega decisamente a destra per arrivare in breve alla più alta delle cime de i Càntari (2103 mslm). Si ridiscende da qui di circa 50 metri attraverso un ripido salto (prestare attenzione alla discesa - interessante una roccia forata che apre una finestra verso la Valle Granara e Filettino), su una sella di cresta (2045 mslm) che collega la cima più alta dei Càntari al Gendarme del Viglio.
Si affronta quindi quest'ultimo attraverso un ripido canalino che richiede indispensabilmente l'uso delle mani (i bastoncini da trekking vanno giocoforza chiusi e attaccati allo zaino).
Dalla cima del Gendarme (segnata da un piccolo ometto di pietra, 2113 mslm) si prendono le misure dalla meta successiva, la cima del Viglio, e si ridiscende leggermente per imboccare il sentiero che dal versante sud del Viglio, in circa 20 minuti porta alla sua vetta. Il passaggio del Gendarme può essere evitato se si è scelto di utilizzare il sentiero che dalla cresta del monte Piano segue un percorso più in basso (vedi sopra).

La cima del Viglio (2156 mslm) è segnata da una grande croce di colore azzurro qui posta dall'Azione Cattolica di Anagni nel 2003 in collaborazione con il CAI, in sostituzione della precedente posizionata nel 1973, ma che mani ignote hanno incresciosamente divelto e scaraventato verso la sottostante Valle Roveto. E' disponibile il libro di vetta, conservato nell'apposito contenitore alla base della croce, avvolto in una busta di plastica e ben asciutto, sul quale segno il nostro passaggio.

Alla base della croce, su una piccola targhetta metallica, si legge. "Quanto siamo piccoli di fronte a tutto questo. 13/08/2011 M.F.". Visto lo straordinario panorama, non c'è che da sottoscrivere.

Fatta una meritata sosta nei pressi della Madonnina del Viglio, che protegge i paesi della Valle Roveto, dove consumiamo il pranzo con gli altri amici e compagni di cordata, per la ridiscesa si punta verso il centro della piccola conca verde dove pascolano pacifici cavalli e mucche, per sostare brevemente in corrispondenza del cippo n. 249 che, qui posto nel 1847, segnava un tempo il confine tra il Regno delle due Sicilie e lo Stato Pontificio. Da notare il giglio borbonico (dal lato abruzzese) e le chiavi petrine (dal lato laziale) e, sulla cima del cilindro, la linea che segnava l'andamento del confine.
Si guadagna quindi il sentiero CAI 651 che scende verso la Bocchetta del Viglio e che permette di godere il panorama su Campo Catino e le boscose pendici dei Monti Ernici. Si incontra un primo segnale con frecce. Noi lo superiamo e proseguiamo ancora in discesa fino al secondo segnale. Da qui pieghiamo decisamente a destra seguendo un sentiero del Parco dei Simbruini (segnali di colore rosso e giallo) che segue la costa del pendio e che si ricongiunge dopo una ventina di minuti con il sentiero CAI 696b che scende dal Crestone del Viglio (purtroppo poco evidente nel bivio precedente). Si segue quindi il sentiero del crestone che scende ripidamente verso la sottostante faggeta, dove si introduce ben presto. Da qui in poi il percorso è interamente all'interno del bosco. Il percorso però non è battutissimo anche se è molto ben segnalato da numerosi segnavia del CAI (bianco-rossi) e del Parco (giallo-rossi).
La discesa è decisamente faticosa per le caviglie e le ginocchia poiché il dislivello da superare è notevole e il sentiero procede con numerosi ripidissimi zig-zag.
Si arriva finalmente ad un segnale che reca quindi (girare a destra), l'indicazione per la Fonte della Moscosa (da qui ancora 1,20 h. seguendo il sentiero 654 che sale da Filettino).
Il sentiero prosegue da qui in poi con una serie di saliscendi leggeri seguendo l'andamento del pendio che attraversa dolcemente. Dopo una ventina di minuti si giunge ad un nuovo segnale. Qui prestare attenzione perché il sentiero 654 prosegue in salita verso il Pozzo della Neve e la Fonte della Moscosa (1,00 h. da qui), mentre il 696a continua verso sinistra verso la Valle Granara. Qui noi abbiamo percorso per sbaglio parte del 696a perché alcuni del gruppo erano già avanti al seguito di un altro gruppo di escursionisti.
Scoperto l'errore siamo dovuti tornare al segnale (perdendo circa 20 minuti) per imboccare il poco evidente 654 verso Fonte della Moscosa. Prestare molta attenzione in questo punto per evitare di commettere il nostro stesso errore.
Il sentiero 654 comincia a salire di nuovo per superare una serie di costoni e fossi di scolo delle acque. Nell'ultimo fosso di scolo delle acque s'incontra ancora parecchia neve, ma qui ci troviamo poco più in alto del Pozzo della Neve che non raggiungiamo perché si sta facendo troppo tardi. Si prosegue ancora in direzione di Fonte della Moscosa fino ad un successivo cartello indicativo (ancora 10 minuti alla Fonte). Giunti alla Fonte della Moscosa e alla sua area attrezzata si imbocca di nuovo il sentiero Giovanni Paolo II e si torna al punto di partenza di Serra Sant'Antonio, dove abbiamo parcheggiato le macchine.
Il giro ad anello è un po' lungo e faticoso. La segnaletica verticale è un po' carente e in alcuni punti (subito dopo la conca del Viglio e i cippi di confine borbonici), sarebbe ben necessaria per non costringere l'escursionista in continui esercizi di orientamento. Inoltre sarebbe opportuno che i segnavia CAI rechino ogni tanto il numero del sentiero che stanno indicando.
L'escursione è nel complesso molto bella con una varietà di paesaggi straordinaria. Superbi sono i panorami sulla Val Granara e sulla Valle Roveto. Dalla cima de Viglio, grazie ad un tempo magnanimo e a un'atmosfera abbastanza tersa, abbiamo potuto distinguere a nord il Velino, la Magnola, il Sirente, la gola di Celano e Ovindoli (il Gran Sasso faceva capolino ogni tanto dalle nuvole che ce lo hanno coperto per tutto il tempo), Avezzano e la conca del Fucino, la Maiella (con Monte Amaro coperto dalle nuvole), i monti della Marsica, col Marsicano completamente visibile e scoperto, il Petroso e la Meta. Poi, oltre la valle Roveto, a sud-est, gli Ernici con il Pizzo Deta e il Monte del Passeggio, le ultime propaggini dei Càntari con il Crepacuore. Continuando la vista a 360° si incontrano quindi i Monti Lepini, il mare Tirreno attraverso una larga finestra tra questi monti e i Colli Albani, i monti Prenestini, con la inconfondibile mole del Guadagnolo, i Ruffi e il resto dei Simbruini con il Cotento, il Tarino e l'Autore, vicino al quale, in lontananza, l'occhio esperto riesce a distinguere bene il profilo del vulcano Cimino e del suo monte più alto (in provincia di Viterbo!). Si prosegue poi con i monti Reatini con la catena Terminilletto, Terminillo, Elefante/Valloni, i Porcini e il Cambio, tutto molto ben visibile e sgombro da nuvole, per poi tornare al Velino, nostro punto di partenza in questo periplo panoramico. Peccato che le nuvole dietro al Velino ci hanno impedito la vista del Gran Sasso e dei più lontani Monti della Laga, ma non si può avere tutto dalla vita! Il panorama è stato comunque fantastico e ripaga ampiamente l'escursionista della fatica per l'ascesa alla cima del Viglio. Escursione da consigliare caldamente. Si consiglia di studiarla bene prima di affrontarla.

Traccia GPS/GPX/Earth

A questo link, al mio profilo su Wikiloc, dopo essersi registrati è possibile scaricare la traccia del percorso che ho registrato domenica 21/06/2015.

Album fotografico


Ore 10:10 - partenza da Serra Sant'Antonio (1608 mslm)


Foto di gruppo di tutti i partecipanti

Sul sentiero Giovanni Paolo II verso Fonte della Moscosa

Fonte della Moscosa (1619 mslm)

Verso il belvedere di Monte Piano

Lo "strappetto" ripido che porta al belvedere di Monte Piano

Al belvedere di Monte Piano ( 1770 mslm, ore 11:01)

Panorama sulla Valle Roveto e la Serra Lunga

Verso le gole di Celano con la Magnola (a sx) il gruppo del Sirente (a dx), la conca del Fucino (al centro) e Avezzano

Spuntino vicino alla Madonnina

Il Monte Cotento, la cima più alta dei Simbruini (2014 mslm), visto dal belvedere

Su per le pendici di Monte Piano, si comincia a fare sul serio

Uno sguardo alla Valle Roveto e al Pizzo Deta (Ernici, 2046 mslm) e al Monte del Passeggio (Ernici, 2061 mslm)

La magnifica Valle Roveto

Il versante nord del Monte Piano, Noi dobbiamo arrivare lassù...

Panorama di Civitella Roveto

Sguardo sui monti Reatini (in lontananza), con il gruppo del Terminillo ben visibile

Ancora Avezzano e la gola di Celano. Ora si vede anche Ovindoli.

Il pizzo Deta sullo sfondo

Ancora più su...

Che fatica la salita!

Ma dove andranno 'sti due?

Prima del tornante del Monte Piano, versante nord

Panorama di Filettino, la Valle Granara e del Cotento, dalla cresta di Monte Piano

Riecco i ciclisti temerari...

Sulla cresta del Monte Piano si incontra il bivio (a destra) per aggirare i Càntari e il Gendarme del Viglio



La peculiarità del Viglio e dei Càntari rispetto ai Simbruini, è la presenza di circhi glaciali



La cima del Monte Piano (cima sud, 1990 mslm), con la statua di San Giovanni Battista

Il Velino compare finalmente da dietro le nuvole

...eccolo!

La cima più alta dei Càntari (2103 mslm, ore 12:10)

Uno sguardo al Viglio, protetto dalla tozza mole del Gendarme (a destra)

Panorama su Trevi nel Lazio, i monti Affilani e i Prenestini (in lontananza), con il Guadagnolo ben visibile

La cresta del Viglio

La roccia forata, scendendo dalla cima più alta dei Càntari, prima della sella che conduce al Gendarme

Un momento della discesa, da fare con molta attenzione

Genzianelle appenniniche

Prima di affrontare il Gendarme, uno sguardo verso i Càntari e la sella

Ed ecco finalmente il passaggio del Gendarme (ore 12:49)

Si comincia la breve arrampicata

I bastoncini da trekking qui non servono (anzi... impicciano)

Il Gendarme è nostro!

La cima del Gendarme (2113 mslm, ore 12:56)

Ora l'ultimo tratto: la cresta del Viglio e la cima!


...si vede la nostra meta!

Ore 13:08. La cima del Viglio (2156 mslm) è nostra! Bacio della croce e foto. La targa commemorativa dice: "A.C.I. Settore giovanile diocesi di Anagni. Guidati dall'amore in Cristo e dall'amore della montagna i giovani di A.C. posero. 16-IX-1973"


Il libro di vetta

La madonnina del Viglio con le targhe devozionali delle comunità della Valle Roveto

Sguardo verso i Càantari dalla cima del Viglio

Vicino alla croce del Viglio

La conca del Viglio. Comincia la discesa per l'anello del crestone del Viglio (ore 13:58)

Il cippo di confine n. 249 proprio al centro della conca

Trevi nel Lazio

Campo Catino

Scendendo verso le Bocchette del Viglio


Faggete immense...


Uno sguardo verso l'alto... è già nostalgia


Dal crestone del Viglio alla faggeta. Comincia una delle discese più ripide che io abbia mai fatto (h. 15:00)

Pendici ovest del Viglio sopra a Valle Roveto

Uno sguardo sulla forcella di Campo Staffi

Il canalone della neve. Poco sotto a noi, a 15 minuti di cammino, il Pozzo della Neve (h. 16:21)


Verso la Fonte della Moscosa

Ecco la Fonte della Moscosa. Il faticoso anello è terminato (h. 16:47).

Sulla strada del ritorno a Serra Sant'Antonio percorrendo il sentiero Giovanni Paolo II

Eccoci giunti al punto di partenza! Ore 17:09

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