30 giugno 2018

30 giugno 2018 - Verso Santiago 1 - Da Roma a Lisbona

Un sogno realizzato
Eccoci, siamo arrivati a Lisbona. Ci sono voluti sei anni prima di realizzare questo sogno:  pellegrinare verso Santiago! Io e Teresa. Sara e Giuseppe sono rimasti a casa. Faranno da grandi, come in effetti sono. Un sogno, dicevo. Un sogno per tre volte progettato, e per tre volte abbandonato, svanito, accantonato col timore che fosse per sempre. Perché in effetti anche stavolta si sono messi di mezzo più volte vari ostacoli che stavano per farci desistere dal partire. Da ultimo la possibilità di nuove elezioni in piena estate a causa delle difficoltà a formare il Governo. La gestione dell'ufficio elettorale non mi avrebbe consentito di muovermi. E invece, finalmente, eccoci qui. Grazie a Dio! Avevamo bisogno di staccare la spina dai nostri impegni lavorativi, ma anche di stare un po' insieme, di stare un po' da soli senza i problemi della famiglia, della scuola, del lavoro... Era la vigilia dell'Epifania quando senza piena coscienza abbiamo deciso di prenotare i voli di andata e di ritorno, e gli alberghi per la notte. Ovviamente con tutte le garanzie e coperture assicurative possibili per le varie opzioni di disdetta. Sei mesi lunghissimi... Tanto che non ci sembra vero di essere atterrati all'aeroporto "Humberto Delgado" di Lisbona. 

Il volo
Volo TAP TP837 ritardato di circa 3 ore. Ieri pomeriggio un SMS ci ha avvisati che dalle ore 6,15 la partenza sarebbe slittata alle 8,25. Meglio, perché così non siamo costretti ad una levataccia. Possiamo partire con più calma, dormendo un paio di ore in più. Siamo stanchi perché ieri sera abbiamo dovuto dare un’ordinata alla nostra casetta nel centro storico, per ospitare un artista di murales su richiesta del Sindaco e siamo andati a letto oltre mezzanotte. Da Capranica partiamo alle 6,10, ci fermiamo a Monterosi per fare un bancomat ed alle 7,00 siamo già al parcheggio lunga sosta dell’aeroporto, dove lasciamo l’auto. Grazie alla navetta che passa ogni 5 minuti, con largo anticipo, arriviamo di fronte al terminal T3, quando mancano ancora un paio d’ore alla partenza. In realtà, prima delle 9,10, l'A320 della compagnia di bandiera portoghese non rolla sulla pista di Fiumicino. Ci sediamo sui posti 18E e 18F, a noi riservati. In breve siamo in vista della Sardegna e della Corsica. Il tempo è bello con sole, che ci accompagna per tutto il sorvolo del Mediterraneo e della Spagna, ma che cambia improvvisamente a mezz'ora dalla capitale lusitana. Nuvole a strati, a tratti con timidi squarci di sole, ma per lo più coperto. Sul volo c'è gente che deve proseguire per L’Avana, Rio de Janeiro, Saõ Paolo... Dall'altoparlante danno continuamente informazioni (in portoghese e in inglese), sullo stato delle coincidenze dei rispettivi aerei. Il ritardo dell’aereo ha sconvolto i programmi di molte persone. Una famiglia italiana con figli piccoli al seguito deve prendere un aereo per Montevideo, ma forse dovrà trovare una sistemazione per aspettare il prossimo volo. E' bello pensare che Lisbona sia un ponte per l'America, un crocevia di gente che arriva e che parte per altre destinazioni. Il viaggio è anche questo: l’incontro con gli altri e con le loro speranze. Ed a proposito di speranze, il tempo del viaggio è per noi un momento di meditazione, di pensiero a tutti i nostri cari, familiari, amici, a chi è malato, a chi è solo. Il nostro pellegrinaggio è per noi, ma è anche per loro. Perché le nostre speranze sono le loro speranze. E siamo sicuri che i sentimenti che abitano nei nostri cuori, sono gli stessi che sono nei cuori di tutte queste persone… Alle 12,05 ora di Roma, atterriamo. I nostri cellulari, appena riemersi dal buio della modalità “aereo”, non si connetto ancora alla rete portoghese. Quindi quando il nostro aereo si aggancia alla passarella del terminal, a Lisbona sono ancora le 11,05 (fuso di Greenweech, quindi un’ora indietro rispetto all’ora di Roma). 

Verso il Castilho 63
L'aeroporto Delgado si percorre in qualche minuto. Siamo un po’ frastornati ma cerchiamo di essere attenti a leggere informazioni e indicazioni per la metro che ci aiutano a dirigerci alla fermata. Questa si trova ad un paio di centinaia di metri a destra dall'uscita principale. Stazione “Aeroporto”, di capolinea, della Linea rossa-Oriente. La rete metropolitana di Lisbona è composta da 4 linee diverse per colore e per logo: blu-Gabbiano (da Gaivota), giallo-Girasoli (do Girassol), verde-Caravella (da Caravela) e rosso-Oriente (do Oriente). Stazione bella, pulita, ordinata e treni del colore della linea, con inaspettati sediletti con leggera imbottitura (t’immagini che fine farebbero a Roma?). Il biglietto si acquista nelle macchinette distributrici automatiche. Su una carta magnetica ricaricabile del costo di € 0,50 (a persona), si caricano biglietti di viaggio a tempo della durata di 75 minuti del costo di € 1,45, che devono essere utilizzati entro la mezzanotte (noi non lo abbiamo capito e quindi 2 biglietti li abbiamo sprecati. Ce ne accorgeremo domani). 
Scendiamo a Saõ Sebastiaõ, altra bella stazione, nella quale si incrocia la metro blu-Gaivota. Invece di prendere quest’altra linea, decidiamo di proseguire a piedi verso la nostra sistemazione, vicina alla fermata della metro Marquẽs de Pombal. Dopotutto sono soltanto due fermate e le distanze non sono proibitive. Fuori dalla stazione un signore vende delle bellissime ciliegie rosse. La città ci accoglie tranquilla e ordinata. Sopra di noi il rombo degli aerei in decollo verso l’Oceano ci accompagna per tutto il tragitto. Sarà un rumore caratteristico di Lisbona insieme al suggestivo stridìo dei gabbiani. 

Euforia mondiale
Al parco Amalia Rodrigues ci accoglie un immenso bandierone del Portogallo che sventola lentamente su un pennone altissimo. C’è euforia tra la gente. Stasera il Portogallo affronta l’Uruguay per gli ottavi di finale del campionato mondiale di calcio. Una ragazza ci viene incontro sorridente offrendoci un pallone di cuoio con i colori portoghesi. Contraccambiamo i saluti ma ovviamente non accettiamo il pallone. Non avremmo saputo che farcene. Alla fine del parco, che prosegue in quello dedicato a Eduardo VII de Inglaterra, c’è la bella piazza rotonda con il grande monumento al Marchese di Pombal, il protagonista della ricostruzione di Lisbona dopo lo spaventoso terremoto-maremoto del 1755. 

Arrivo in hotel
Il Castillho 63, il nostro hotel, si trova poco più in la, in Rua Catilho 63, appunto. Alle 15,05 siamo lì. Non è un vero e proprio hotel, ma un ostello per giovani e universitari (non ci vuol molto a capirlo, anche per quelli di media intelligenza come noi). Ci assegnano la stanza 54, al 5° piano, bagni e docce in comune. La ragazza della reception ci accompagna nel giro di conoscenza della struttura. La cucina è in comune ed il frigo è in comune. Noi abbiamo gli spazi contrassegnati con il numero 54. Ci chiede se vogliamo usufruire della colazione in struttura. Un buffet a 1,00 € a persona. Accettiamo e ci viene consegnato un buono dopo aver pagato. Finite le formalità e consegnati i documenti per la registrazione, torniamo in stanza. Siamo stanchi e ci avventiamo sul letto non appena sistemata la nostra roba. E’ strano come da due zaini possano uscir fuori metri cubi di magliette, scarpe, carica-batterie, etc… Il Castilho è tranquillo (non sappiamo ancora cosa ci aspetta per la notte…) e ci addormentiamo subito. Quando ci svegliamo sono oltre le 18,00. 

Delusione mondiale
Nella terrazza al piano primo, che noi possiamo vedere affacciandoci alla finestra, tutto è pronto per vedere su schermo gigante la partita Portogallo-Uruguay. Usciamo a fare la spesa in un supermercato vicino. Per cena ci fermiamo al Burger King in piazza Pombal. Siamo stanchi e non ci va di avvicinarci al centro per mangiare qualcosa di tipico. Le strade sono deserte. Sarà perché è sabato o perché i portoghesi sono tutti a vedere la partita? Al Burger King siamo solo 6 o 7… Per strada si vedono ragazzi e ragazze con cappelli con i colori del portogallo, alcuni hanno i colori dipinti sulle guance. Come sarà finita la partita? Torniamo al Castilho. La TV del ristorante che promette pizza italiana, proprio accanto al portone dell’hotel, parla chiaro: Uruguay 2 – Portogallo 1. Facce lunghe e ammutolite aspettano il fischio finale della partita. Saliamo in camera. Fa caldo e apriamo la finestra. La tapparella non ha la cinta e si deve tirarla su a mano tramite una maniglietta posta al centro della stecca più bassa. Siamo a letto. Di sotto, nel terrazzo dell’hotel, la TV è accesa. I ragazzi parlano e ridono. Sopra di noi gli aerei rombano lontano ancora in fase di decollo. I gabbiani stridono. Ma il sonno è più forte di tutto. A domani, Lisbona.



Il cielo del Portogallo è un po' nuvoloso

Venditore di ciliege davanti alla stazione della metro Sao Sebastiao

Parco Amalia Rodriguez e Parco Edoardo VII di Inghilterra

Parco Edoardo VII di Inghilterra

Piazza Marchese di Pombal

Interno del Castilho 63. 5° piano. La nostra stanza è quella a sinistra dell'angolo


Ambienti comuni del Castilho 63 - La cucina

Lo spazio riservato ad ogni ospite è constrassegnato con il numero della stanza

La terrazza al piano primo. Sotto le tende lo schermo gigante

Facciata dell'hotel su via Castilho 63

A sinistra Rua Castilho


Ambienti comuni - la sala TV e svago/lettura



Bacheca con messaggi di saluto e ringraziamento degli ospiti

Il Marques de Pombal guarda severo il (poco) traffico

La nostra stanza


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