03 luglio 2018

3 luglio 2018 – Verso Santiago 4 – A Fatima

Questa notte abbiamo dormito molto bene. Il letto del Rosa Mistica ci ha coccolati e stamattina ci sentiamo davvero riposati. Facciamo colazione in hotel, con la solita abbondanza di cibo dolce e salato, oltre a latte e caffè. Ma qui costa come un pranzo: € 7,00 a persona. Sulla conferma di prenotazione Booking me lo aveva scritto, ma come al solito non l’ho letto. Pazienza… Il tempo è fresco e variabile e si va verso il Santuario.

L'Itinerario del Pellegrino 2017-2020
Oggi dedicheremo l’intera giornata al nostro benessere interiore. Vogliamo percorrere l’itinerario del pellegrino. Questo è spiegato in un opuscolo pieghevole che è possibile prendere in varie lingue all’interno della zona sacra. Ci sono delle colonnine apposite con numerose copie a disposizione dei fedeli. L’Itinerario del Pellegrino 2017-2020 (così è intitolato), si articola su 5 tappe: 1 – Croce Alta; 2 – Basilica di Nostra Signora del Rosario; 3 – Cappellina delle Apparizioni; 4 – Cappella del Santissimo Sacramento; 5 – Porta principale della Basilica della Santissima Trinità. L’opuscolo guida il fedele alla meditazione e alla preghiera. Ma prima di qualsiasi altra cosa, cominciamo subito con una bella confessione. Scendiamo negli ambienti ricavati sotto il grande piazzale, nella Galleria di San Pietro e San Paolo. L’aspetto moderno e minimalista è graditissimo perché mette a proprio agio e ti invita a concentrarti sull’essenziale. Sulle pareti del lunghissimo corridoio, che viene illuminato da due grandi finestroni che danno su altrettante vasche con acqua, ci sono scene stilizzate della conversione di Pietro (a destra) e di Paolo (a sinistra). Al centro del corridoio si accede alla Cappella del Santissimo. Dalla parte sinistra c’è la cappella delle confessioni dove i sacerdoti presenti confessano in varie lingue, tra cui l’italiano. Le prime lacrime le versiamo lì. Usciamo riconciliati, riconsolati, rigenerati, con grande pace interiore. E’ con questo stato d’animo che possiamo dirigerci verso la Croce Alta (ben 33 metri di acciaio corten, quello arruginito per intenderci), opera dello scultore tedesco Robert Schad, e cominciare il percorso (chi volesse, può scaricare l’Itinerario del Pellegrino cliccando su questo link). Ci vogliono circa 2 ore per farlo bene con le soste che richiedono le cinque tappe con le relative meditazioni. Dalla Croce Alta, che incombe sulla statua di Giovanni Paolo II, si va verso la Basilica di nostra Signora del Rosario passando davanti ad un frammento del muro di Berlino, qui collocato per ricordare che attraverso Maria, Dio può far cadere tutti i muri: quelli dell’indifferenza, della discordia, del peccato, della morte… All’interno della bella Basilica di pietra bianca (la chiamano pedra do mar), c’è parecchia confusione ed è difficile trovare un po’ di silenzio per seguire le meditazioni che suggerisce l’opuscolo. A destra dell’altare maggiore c’è la tomba di San Francisco Marto. A sinistra quella di Santa Jiacinta Marto ed accanto a lei quella di Suor Lucia. I fedeli si accalcano davanti alle tombe e si fermano per una preghiera. I tre pastorinhos sono qui riuniti nel luogo che li ha visti protagonisti e spettatori di eventi straordinari nel 1917, giusto un secolo fa. Nei vari altari laterali, bassorilievi dei misteri del rosario di rara bellezza ti conducono per mano all’interno delle straordinarie storie che il Vangelo racconta e continuamente rende presenti. Nella Cappella delle Apparizioni recitiamo il rosario meditando i misteri dolorosi (è martedì), poi ci avviamo alla Cappella del Santissimo per l’adorazione.

La chiesa della SSma Trinità
L’ultima tappa è davanti alla imponente chiesa della Santissima Trinità. Progettata dall’Architetto greco Alexandros Tombazis, vincitore di un concorso internazionale, è stata consacrata nel 2007 dal cardinale Tarcisio Bertone e può ospitare 8.500 persone sedute. Vi si accede da 12 porte, 6 per parte, dedicate ai 12 apostoli, e per la porta centrale di ben 64 metri quadrati, che rappresenta Cristo. L’ultima meditazione è proprio qui davanti, poi entriamo nella chiesa. Il diametro è di 125 metri e la copertura è traslucida. Sulla parete di sfondo all’altare maggiore vi è un enorme mosaico del gesuita Marco Ivan Rupnik, con scene dall’Apocalisse di San Giovanni, sul quale spicca un crocifisso in bronzo alto 5 metri opera di Catherine Greene, una scultrice irlandese. Tutto il contesto è tale da far restare a bocca aperta, ma dobbiamo affrettarci perché alle 12,30 nella Cappellina delle Apparizioni c’è la santa Messa.

La messa
Questa viene celebrata in portoghese ma è presieduta dal vescovo di Anagni-Alatri, Mons. Lorenzo Loppa. Il concelebrante portoghese dice ogni tanto una frase in italiano ma non riusciamo a capire con quale criterio. E comunque il lezionario e le letture sono tutte in portoghese, come pure l’omelia (pronunciata dallo stesso concelebrante). Noi siamo seduti sul lato destro della Cappellina. Durante la celebrazione sono attirato dal molto fumo che si sprigiona da una zona dietro alla Cappella e da fiamme che arrivano dalla stessa zona. Terminata la celebrazione, rimaniamo ancora qualche minuto in raccoglimento. Davanti a noi una suora con un velo azzurro chiaro è assorta in preghiera. Gli inservienti alla zona centrale della Cappellina, dove è collocata la teca con la Madonna di Fatima (è stata realizzata sopra il tronco del leccio, ormai secco, dove la Madonna appariva ai tre pastorelli), infilano ogni tanto dei fogli di carta, o delle buste contenenti offerte, in una fessura sotto il basamento della Madonna. All’interno della Cappellina c’è ancora molto raccoglimento, ma fuori, dal lato da dove si vedono le fiamme alte e il fumo, la gente sembra accalcarsi.

Le promesse di cera
Usciti dalla Cappellina, molto incuriositi, decidiamo di andare a vedere cosa sta succedendo. C’è un “tocheiro”, un enorme e lungo porta candele in acciaio, dove le persone bruciano cera in quantità. Le “velas” (candele), sono di cera gialla grezza e sono delle dimensioni più varie: da venti centimetri per due di diametro, fino a ceri di ragguardevoli dimensioni e a candele di una esagerata lunghezza. Queste si piegano e prendono fuoco in quello che più che un porta candele è un vero e proprio forno. Bruciano con fiamme alte e sono le responsabili principali del grande fumo. Dal lato destro, il forno reca addirittura la scritta “pira”. E’ qui che i fedeli bruciano le “figuras de cera”, forme di cera raffiguranti persone, animali, parti del corpo (una testa, un piede, una mano…) o organi interni (un cuore, un intestino, gli occhi…). Un cartello avvisa che qui i fedeli devono bruciare il resto delle candele dopo averne messa soltanto una nel portacandele (Pedimos a sua comprensao. Impossivel quimar dignamente toda as velas no tocheiro. Acenda una vela so. Coloques as restantes da pira. A sua promesa fica cumprida. = Chiediamo la tua comprensione. È impossibile smaltire tutte le candele nella torcia. Accendi solo una candela. Metti il resto nella pira. La tua promessa è soddisfatta.). Ma la gente è veramente tanta e continua a bruciare cera in quantità. Alcuni si avvicinano al tocheiro con grande solennità e compostezza, concentrati e raccolti in preghiera. Altri, invece, conversando con un amico o un congiunto. Sul retro della “pira”, c’è una zona dove è possibile prendere ceri per bruciarli come promessa, lasciando delle offerte prefissate in apposite cassette. Qui un cartello invita a non bruciare troppa cera (Nao prometa velas altas. Irmaos de todo o mundo apelam para nossa ajuda. Converta parte das velas prometidas em pao para os pobres. A sua promesa fica cumprida. = Non promettere candele alte. I fratelli di tutto il mondo chiedono il nostro aiuto. Converti parte delle candele promesse in pane per i poveri. La tua promessa è soddisfatta). Per tutto il giorno continua il flusso dei fedeli portoghesi con le velas da bruciare.

Il pellegrinaggio in ginocchio
E per tutto il giorno continua anche un’altra pratica devozionale dei fedeli, questa volta più silenziosa ed ecologica delle promessas de cera: la peregrinaҫão do joelhos (pellegrinaggio delle ginocchia). Questa consiste nel percorrere in ginocchio ed in preghiera circa duecento metri della Cova da Irìa fino alla Cappellina delle Apparizioni. Prima dell’inizio del pellegrinaggio i fedeli vengono invitati a recitare un’orazione:

Oracao antes a
Perigrinaҫão do johelos

Santissima Trinidade
Pai, Filho e Espirito Santo
Adoro vos profundamente

O meu coraҫão exulta
Por tanto beneficios
Que me haveis concedido
Ajudai-me a reparar com o bem
O mal dos meos pecados
Aceitai esta peregrinaҫão de johelos
Até ao lugar bendito
Onde Maria nos comunicou
A certeza do Vosso Amor.

Por este sacrificio
Imploro a benҫão do perdão
Sobre os pobre pecadores
A fim de que todos
Abertos à mesangem do Evangelho
Gozemos de paz no tempo presente
E cheguemos um dia as alegrias eternas.

Por Cristo, Senhor Nosso. Amen.

Preghiera prima del
Pellegrinaggio in ginocchio

Santa Trinità
Padre, Figlio e Spirito Santo
Ti amo profondamente

Il mio cuore esulta
Per i tanti benefici
che mi hai dato.
Aiutami a riparare con il bene,
il male dei miei peccati.
Accetta questo pellegrinaggio in ginocchio
nel posto benedetto
dove Maria ci ha comunicato
la certezza del tuo amore.

Per questo sacrificio
Imploro la benedizione del perdono
Su di noi poveri peccatori
affinché tutti
Aperti al messaggio del Vangelo
possiamo godere la pace nel tempo presente
E un giorno raggiungeremo le gioie eterne.

Per Cristo nostro Signore. Amen.

(La traduzione non è perfetta ma credo che renda bene l'idea)

Anche qui i modi di interpretazione dell’atto sono molteplici: chi affronta la leggera discesa con le ginocchiere, chi si toglie le scarpe e le mette a protezione delle ginocchia, chi invece sceglie di sentire la dura pietra sulla rotula o di pregare carponi per tutto il percorso. Fatto sta, che sono molte le persone che sentono il bisogno di farlo: adulti, giovani, anziani, uomini, donne… pratica comune, sentita a tutte le età. Manifestazioni di religiosità che restano per noi un ricordo forte e ci interrogano profondamente sull’animo dell’uomo e sul suo bisogno di compiere degli atti esteriori concreti per avvicinarsi all’Assoluto.

Nel pomeriggio
Un pranzo leggero e frugale a base di verdure lesse, riso e pollo, ci attende davanti al terminal “rodoviario”, poi torniamo in hotel per il tempo necessario a un riposino pomeridiano (da un capo all’altro della cittadina). Siamo di nuovo al Santuario. Prima ci fermiamo nella Cappellina delle apparizioni, poi a goderci la luce del tardo pomeriggio seduti su una panchina di pietra, poco più in la’ del punto di inizio del pellegrinaggio in ginocchio. C’è una quiete e una pace che fa bene all’anima. Viene da pensare a Pietro, Giovanni e Giacomo, sul Monte Tabor: “Signore è bello per noi stare qui”. Il sole scende dietro le case e la luce calda del tramonto illumina la pietra della basilica di Nostra Signora del Rosario, che si colora di un bianco avorio. La serata volge al bello, nel cielo qualche nuvoletta bassa viene spinta da una brezza leggera. Dalla pista bianca del pellegrinaggio delle ginocchia continuano a prendere il volo pellegrini, attendendo il proprio turno, proprio come aerei che attendono di rollare sulla pista dell’aeroporto dell’infinito. La gente continua ad uscire e ad entrare dalla cappellina delle Apparizioni, a inginocchiarsi, a raccogliersi in preghiera. E altri ancora, incessantemente, si fermano all’offerta delle candele per poi portarle a bracciate intere al tocheiro rovente e fumante. Ci piace guardare tutto questo in silenzio, mentre la Cova da Irìa continua a comunicarci un senso di soprannaturale e di come la Madonna abbia voluto parlare al suo popolo attraverso la voce degli ultimi e dei più piccoli e indifesi.

A cena
A cena in un ristorante in Rua Giacinta Marto, con menù fisso. Teresa prende del “frango” (pollo). A me fa molto ridere questo nome… Ci divertiamo a riconoscere le cose caratteristiche del Portogallo che sono disegnate sulla tovaglietta. Le riconosciamo tutte tranne una: il gallo simbolo del Portogallo, le onde dell’Oceano, le rondini, il vino rosso di Porto, gli azulejos, i tram gialli di Lisbona, le piccole tesserine di pietra dei marciapiedi, il baccalà, le sardine, il mandolino. Ma quella cosa gialla? Sembra un calamaro? Una seppia? All’interno sembra avere un piccolo cuore… Non riusciamo proprio a capire di cosa si tratta. Siamo soli al ristorante e siamo seduti di fuori. L’entrata del locale si trova al piano sottostrada. Cosicché bisogna scendere da una scala. Dall’interno del fabbricato invece, dopo un po’ cominciano a scendere degli ospiti di un hotel e a ordinare le pietanze, con la sala che si anima e prende vita. Finiamo di mangiare con calma e ci dirigiamo verso il Santuario. E’ ancora presto, sono le 20,45, e il rosario nella Cappellina delle Apparizioni è in programma alle 21,30. Ne approfittiamo per telefonare a casa.

Il rosario e la processione aux-flambeaux
Abbiamo preso due “velas” per la processione aux-flambeaux lasciando un’offerta. Sono le più piccole che abbiamo potuto trovare, eppure sono molto più grandi di quelle che usiamo noi in Italia, di cera raffinata. I gruppi di pellegrini in visita al Santuario cominciano ad arrivare e ad occupare i banchi della Cappellina, a riempire i lati. Arriva parecchia gente, tanto che non ci si entra più e moltissimi fedeli stanno fuori, sulla Cova, in piedi. Noi anche siamo in piedi. Sta per cominciare la recita del Santo Rosario. Il presidente dell’assemblea parla in portoghese. E’ lo stesso della Messa di questa mattina. Ogni tanto pronuncia senza apparente criterio una frase in italiano, che legge da un foglio. Ci dice che questa sera sono presenti dieci gruppi dal portogallo, sei dall’Italia e altrettanti dalla Spagna, quattro sono i gruppi polacchi e due quelli francesi, poi c’è un gruppo tedesco. Il rosario viene recitato nelle diverse lingue. Il primo mistero in portoghese, il secondo in spagnolo, il terzo in italiano, il quarto in polacco, il quinto per metà in francese e per metà in tedesco. Alla prima parte dell’Ave Maria, recitata da un lettore sull’ambone, segue la seconda in uno straordinario misto di lingue. Eppure sembra quasi di essere all’unisono. Noi avevamo a destra degli spagnoli, a sinistra dei francesi e subito dietro un folto gruppo di pellegrini polacchi. Tutti con lingue diverse ma accomunati dallo stesso amore per la Madonna. Terminato il Rosario comincia la breve processione, che segue un tracciato molto approssimativo e circolare nella parte più alta della Cova, tra il porticato della Basilica e il grande palco centrale inaugurato nel 1982 con la visita di Giovanni Paolo II, pellegrino a Fatima per gratitudine alla Madre Celeste. Alle 22,30 tutto è concluso. I pellegrini tornano alla spicciolata negli alberghi e nelle case. In tanti ancora si fermano in preghiera nella Cappellina e noi con loro. Tutto intorno c’è silenzio e raccoglimento. Qualche preghiera ancora… qualche richiesta ancora… qualche promessa ancora… qualche lacrima ancora…













































Pedimos a sua comprensao.
Impossivel quimar dignamente
toda as velas no tocheiro.
Acenda una vela so.
Coloques as restantes da pira.
A sua promesa fica cumprida.

Chiediamo la tua comprensione.
È impossibile smaltire tutte le candele nella torcia.
Accendi solo una candela.
Metti il resto nella pira.
La tua promessa è soddisfatta.

















Nao prometa velas altas.
Irmaos de todo o mundo
apelam para nossa ajuda.
Converta parte das velas
prometidas em pao para os pobres.
A sua promesa fica cumprida.

Non promettere candele alte.
I fratelli di tutto il mondo
chiedono il nostro aiuto.
Converti parte delle candele promesse
in pane per i poveri.
La tua promessa è soddisfatta.








Oracao antes a
Perigrinaҫão do johelos

Santissima Trinidade
Pai, Filho e Espirito Santo
Adoro vos profundamente

O meu coraҫão exulta
Por tanto beneficios
Que me haveis concedido
Ajudai-me a reparar com o bem
O mal dos meos pecados
Aceitai esta peregrinaҫão de johelos
Até ao lugar bendito
Onde Maria nos comunicou
A certeza do Vosso Amro.

Por este sacrificio
Imploro a benҫão do perdão
Sobre os pobre pecadores
A fim de que todos
Abertos à mesangem do Evangelho
Gozemos de paz no tempo presente
E cheguemos um dia as alegrias eternas.
Por Cristo, Senhor Nosso. Amen.

Preghiera prima del
Pellegrinaggio in ginocchio

Santa Trinità
Padre, Figlio e Spirito Santo
Ti amo profondamente

Il mio cuore esulta
Per i tanti benefici
che mi hai dato.
Aiutami a riparare con il bene,
il male dei miei peccati.
Accetta questo pellegrinaggio in ginocchio
nel posto benedetto
dove Maria ci ha comunicato
la certezza del tuo amore.

Per questo sacrificio
Imploro la benedizione del perdono
Su di noi poveri peccatori
In ordine per tutti
Aperto al messaggio del Vangelo
Godiamoci la pace nel tempo presente
E un giorno raggiungeremo le gioie eterne.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

(La traduzione non è perfetta)















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