03 gennaio 2007

L'Italia, la pena di morte, l'eutanasia


Cosa c’entrano tutte queste cose insieme? C’entrano perché oggi non si fa che parlare dell’esordio del nostro Paese nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, segnato, come tutti sappiamo, dalla proposta di una moratoria universale alla pena capitale avanzata in quella sede per il tramite di Marcello Spatafora, ambasciatore italiano al Palazzo di vetro.
E nel nome di questa proposta si riesce persino a far recedere, almeno in parte, il buon Marco Pannella dallo sciopero della fame e della sete: ora berrà ma non mangerà, o viceversa, ora mangerà ma non berrà… (temo di non aver capito bene, ma va bene così).
Allora. Qual è il punto? Il punto è che la pena di morte “scandalizza”. E’ inumana, è barbara, è assurda. Ci si domanda il perché viene ancora comminata come pena quando non risolve nulla in quanto pedagogicamente ininfluente, sia dal lato del condannato, che comunque non si redimerà, sia dal lato di chi la vede praticare, poiché non è certo vedendola fare che non commetterà mai alcun delitto…
Tutte motivazioni ben condivisibili. E ci mancherebbe altro che non lo fossero.
Ma, forse perché non riesco a cogliere in generale le sottigliezze del ragionamento, ho la sensazione che ancora una volta si vogliano utilizzare due pesi e due misure intorno alla morte delle persone. Perché non mi venite a dire che non è stata pena di morte quella decisa dal Giudice nel caso dell’uccisione – così si chiama – di Terry Schiavo nella primavera del 2005 (era la settimana Santa)… Era un vegetale, fu detto. Eppure era viva. Sorrideva e si alimentava, cose che mi riesce difficile capire che vengano fatte da un vegetale, soprattutto sorridere... Fu lasciata morire di fame e di sete in un’agonia lunga 15 giorni perché il Giudice aveva deciso così… E le persone che ora si stracciano le vesti e che chiedono una moratoria universale alla pena di morte, si guardarono bene dal prendere posizione. Dopotutto, a difendere Terry e il suo diritto di vivere c’erano solo una massa di bacchettoni, di vetero-cattolici integralisti e tradizionalisti….
Sono le stesse persone che rivendicano il diritto da parte dei malati di farsi staccare i respiratori, di rifiutare le cure… Benpensanti, illuminati e magari “adulti” nella fede…
Anche “staccare la spina”, provoca una fine inumana, barbara, assurda… ma nessuno lo dice...
Per questo non credo a chi cavalca le proposte facili… da tutti condivisibili come la moratoria universale alla pena capitale...
Troppo facile. Non c'è niente di profetico, caro Presidente del Consiglio, On. Prof. Romano Prodi...

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