L'ho ripescata tra le mie mail. Diventò a mia insaputa un articolo su "LazioSette".
A cinque anni dalla morte di Terri Schiavo, la pubblico di nuovo.
Non so voi, ma a me, in questa sera di Venerdì
santo, mi si rivolta lo stomaco.
Forse non avete sentito o visto i TG (ci sono le
processioni, le vie crucis e tutto il resto...), ma la questione
"eutanasica" che riguarda Terri Schiavo, la donna che da 15 anni è ridotta a una
vita vegetale, ha dell'assurdo e mi provoca una rabbia...
E si, perché vorrei sapere come si fa a decidere di
staccare un budellino che la alimenta e idrata e contemporaneamente
avere la coscienza a posto, solo perché "lei voleva così".
Soprattutto quando a dirlo è uno, il marito, che
dalla malattia di Terri ha ricavato la modica cifra di 1.000.000 di dollari
(risarcimento dell'assicurazione), vive ormai da più di qualche anno con
un'altra donna, ci ha fatto due figli, e magari per poterla sposare ha pure
bisogno di diventare vedovo.
Mi domando come una cosa del genere possa accadere
in un paese "grande e democratico" come si definiscono (da se stessi) gli
U.S.A....
Un paese la cui gente si comporta esattamente come la "turba" evangelica del Venerdì
santo, chiedendo che Terri muoia bene: "dolcemente" e più in fretta
possibile (guardate i sondaggi in materia, basta farsi un giro sulla rete per
scoprire che almeno il 63% degli americani chiede che Terri sia uccisa in
fretta...). Con il marito (il marito? uno che sta con un'altra?) che dice:
"Non sta morendo di fame. E` una morte naturale, indolore. Quando smetti di
mangiare, gli elettroliti si fanno sempre più rarefatti. Entri lentamente in un
sonno bello, profondo, e poi te ne vai. Succede ogni giorno." (Corriere
della Sera, oggi).
"Infatti quando vediamo le immagini dei
bambini africani, quelli che muoiono di fame, ogni giorno, sono lì, tutti belli
addormentati, soddisfatti, a ronfare beatamente. A guardarli è un piacere.
Certo, la morte per fame è naturale. Anche per annegamento: se vai sott`acqua e
cerchi di respirare, è naturale che affoghi. Oppure, se ti cospargi di benzina e
poi ti butti addosso un fiammifero acceso, è naturale che bruci. Se ti metti
nudo a quaranta sotto zero è naturale che crepi. Anche per lebbra, per peste,
per polmonite, per tumore...tutte naturali. Sarebbe interessante capire quand`è
che si muore di morte innaturale. Perché se innaturale è quando qualcuno ti fa
fuori senza chiederti il permesso, allora siamo proprio nel caso di Terri
Schiavo." (pensiero preso su un blog ospitato da www.radicali.it e firmato da un blogghista veramente arrabbiato).
Sottoscrivo.
Comunque Terri deve morire per "pietà", perché
tenerla in vita è soltanto una dimostrazione di "egoismo".
Strano tipo di pietà (senz'altro pelosa), che
rivela anche una totale e sconfortante mancanza di speranza.
Non c'è speranza perché Terri non si riprenderà
mai. Sta in SVP (stato vegetativo permanente) e mai nessuno è ritornato da
quella condizione. Tanto vale, quindi, farla morire. Tanto vale non farla
soffrire. Muoia Terri dunque, e con lei la speranza. Hanno deciso di ammazzarla.
Pure a lei. In barba alla Pasqua che arriva.
Ma poi, soffre Terri? Prova dolore? Si rende conto
di questo suo stato? Perché nonostante la sua condizione, ha continuato ancora a
sorridere in qualche modo...
Non avete mai visto una sua foto?
E' la tragedia del Venerdì santo che si
compie ancora.
Con quel "Volete Gesù o Barabba?", a
cui fa eco, oggi, "Volete che
Terri muoia o viva ancora?".
E stavolta non c'è Pilato a chiedere
"chi dei due?". C'è solo un solerte giudice che applica con distacco e
imparzialità la legge (ripetendo così l'ignavo gesto del console di
Palestina). Una legge
che affida soltanto al marito la
facoltà di decidere, unico e legittimo tutore di Terri fin dal
1990.
E Terri muore. Si disidrata. Non si sa quanto
durerà ancora. "Se ne va", come ama dire ipocritamente chi ha
paura di nominare la morte, anche quella degli altri (leggeteli i blog dei
laiconi benpensanti... sono pieni di queste ipocrisie).
Il tutto mentre si consumano maligni
sorrisini di chi vede nella vicenda una vittoria del "progresso" (finalmente!)
contro i "biechi", "beceri", "oscurantisti", "bacchettoni",
"bigotti", "analfabeti" credenti che, proprio per questo loro
difetto, sono tutti ignoranti. Per "default" (come direbbe un mio amico).
Credenti...
Ma credenti in cosa? Non necessariamente a
Dio. Basta credere alla vita.
Buona Pasqua a tutti.
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