01 aprile 2010

Elezioni regionali 2010: nella Tuscia premiati i candidati che hanno usato meglio Facebook




Sicuramente, ancora pochi politici locali hanno capito le potenzialità dei social network come Facebook e Twitter in una competizione elettorale. E’ questo il dato che emerge chiaramente, in tutta la sua portata, nella appena conclusa campagna elettorale per il rinnovo delle amministrazioni regionali e provinciali. E così, se può essere ancora relativamente non necessario servirsi di Facebook per le elezioni provinciali, vista la dimensione tutto sommato molto piccola dei collegi, per i candidati alla Presidenza della Provincia e per quelli alla carica di consigliere regionale nel collegio della Tuscia, utilizzare (e saperlo ben fare) un social-network come questo può davvero fare la differenza. Tuttavia, se le ancora recenti elezioni presidenziali americane sono state segnate in maniera preponderante dalla Net campaign, ovvero della campagna elettorale in rete, i politici nostrani, finora molto bravi a stringere mani, di fronte al fenomeno digitale e al social-networkig sono apparsi abbastanza impacciati e certamente non consapevoli dell’importanza che ormai riveste una simile tipologia comunicativa. Ed è per questo motivo, quindi, che la campagna elettorale dei candidati viterbesi ha mostrato soprattutto ombre e solo qualche luce. 
Come quella di Giuseppe Parroncini (PD), eletto con più di 10.000 preferenze al consiglio regionale del Lazio, che su Facebook è stato capace di raccogliere intorno a se ben 1739 amici (dato al 28 marzo 2010) e una piccola rete di motivati comitati elettorali comunali. La sua pagina, sempre iperaggiornatissima, ha riportato in tempo reale tutti i suoi appuntamenti elettorali,  le attività di propaganda elettorale, i comunicati stampa. Grazie ad un efficientissimo servizio di mailing, tutto l’insieme di amici è stato sempre aggiornato su queste attività, che quindi non solo sono state pubblicate sul wall del profilo, ma anche diffuse capillarmente via mail. Evidentemente, tutto questo, grazie ad un efficientissimo e preparato gruppo di staff. 
Per rimanere dal lato del PD, c’è da aggiungere poi che Enrico Panunzi ha sfruttato al meglio il mezzo del social-network, con un utilizzo simile a quello di Parroncini, anche se le motivazioni della sua pur alta performance elettorale (circa 9.600 preferenze), debbono essere ricercate più a dinamiche legate alle correnti di partito, che al numero di amici raccolti su Facebook (598 alla data del 28 marzo, ma va aggiunto che Panunzi poteva contare anche su un gruppo-fans di circa 200 componenti).
Davvero deludente, infine, l'utilizzo del mezzo da parte di Angelo Cappelli, che ha raccolto oltre 6.000 voti.
Per quanto riguarda il PDL, il candidato che ha collezionato più amicizie su Facebook è stato Francesco Battistoni: 2366 friends (alla data del 28 marzo) che hanno contribuito sicuramente a raggiungere le oltre 9.000 preferenze con cui è risultato eletto alla Pisana, anche se nel suo caso l’utilizzo del social-network non è stato davvero politicamente orientato così come hanno fatto Parroncini e Panunzi.
Per concludere, sembrerebbe quindi che i candidati che hanno dimostrato di aver intuito maggiormente le potenzialità di Facebook siano quelli contemporaneamente più “duepuntozero” nonché premiati dagli elettori. E se questa relazione “utilizzo di Facebook -  miglioramento delle performance elettorali” non è certamente ancora dimostrabile a livello scientifico, vale davvero la pena dire che niente va lasciato intentato per essere eletti. Anche l’utilizzo di Facebook. E perché non usarlo bene?

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