30 ottobre 2011

Il Big Bang di Renzi


In questo mare di niente che caratterizza la nostra politica, ecco Matteo Renzi.
Peccato che è del P.D.. E tuttavia, nonostante questo suo piccolo "difetto di fabbrica", il Sindaco di Firenze mi piace proprio. Molto.
Non so come spiegarlo. Ma è proprio come quando, mentre ascolti una persona che parla, ti viene da dire: «E' proprio quello che volevo dire io! E' proprio quello che penso io!»
Così con Renzi. Una sintonia a pelle. A prima vista, direi.
E quindi, in questo fine settimana, ho seguito con molto interesse (e tanta speranza) i lavori della sua kermesse a "la Leopolda", la storica stazione fiorentina dalle parti del parco delle Cascine. 
Da qui si mosse la prima locomotiva del Granducato di Toscana alla volta di Pisa e Livorno, sulla seconda ferrovia d'Italia. Prima de "la Leopolda", solo la Napoli-Portici. Tranne il fatto che quest'ultima era dieci volte più corta della strada ferrata toscana.
Una stazione simbolo di progresso. Qualcosa di straordinariamente moderno ed avveniristico, di fascinoso e tremendo. Il treno, la locomotiva... 
La stessa forza della dinamite canta Guccini nella sua famosa canzone.
E qualcosa di nuovo, straordinario e tremendo è accaduto oggi a "la Leopolda". Ma con una forza ben più grande di quella della dinamite. Un Big Bang. E' questo il titolo che gli ha dato Renzi. Non un'esplosione qualsiasi, quindi. Una deflagrazione primordiale. Da cui tutto nasce, inizia, vive, cresce, si sviluppa.
Io spero che questa iniziativa sia proprio questo: la ri-nascita di qualcosa che non c'è più, della politica, insomma. E se rottamare un passato inglorioso e buio significa anche essere di sinistra, allora anch'io posso essere di sinistra. Perché se qualcuno, proprio a sinistra, dimostra di avere il coraggio di uscire dal coro, dal pensiero piatto che non ammette differenze, dagli stereotipi arcaici usati e abusati da quella parte politica, ebbene allora significa che anche a sinistra si può pensare, parlare, agire in maniera finalmente comprensibile, diretta, vicina alla gente. E non è populismo questo, come qualcuno si è già azzardato a definire le idee renziane. E' solo pura rottura con il passato. Per questo Renzi da' fastidio.
Ma staremo a vedere come crescerà questo Matteo Renzi e come continuerà la sua battaglia di rinnovamento del P.D.. Io sono pronto a votarlo (l'ho detto!) se davvero riuscirà a liberarci da questi esseri alieni antropomorfi con il culo a forma di poltrona che occupano i posti di potere nel Paese. 
A tutti i livelli: da quelli nazionali a quelli locali. 
Vai avanti Renzi! Non curarti delle oche del Campidoglio, sempre pronte a starnazzare, che ti danno del fascistoide rimproverandoti di aver osato varcare la soglia della villa di Arcore. Non ci deludere anche tu conformandoti a quella plumbea nomenklatura che tanto male ha fatto all'Italia. Non rientrare nei ranghi di quella sinistra dei grandi proclami, dei risonanti aggettivi, delle sentenze storiche racchiuse in ogni frase, che si incarta puntualmente in se stessa nelle questioni ideali scordandosi dei problemi della gente. Quelli veri. 
"La storia la fanno i pionieri", hai detto. 
Ebbene, facciamola questa storia. Da pionieri. 
Altrimenti avremo perso di nuovo tutto. Compresa la speranza.


Prima parte del discorso finale di Renzi a "la Leopolda"

Seconda parte del discorso finale di Renzi a "la Leopolda"

Terza parte del discorso finale di Renzi a "la Leopolda"



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