02 dicembre 2012

Ripensare la pastorale parrocchiale - 4

Luigi Berzano, s.d.b.
Nel 1974 un sacerdote salesiano, Luigi Berzano, poi destinato a diventare uno dei massimi sociologi italiani (oggi è professore emerito di sociologia del Dipartimento Culture, Politica e Società dell'Università di Torino), diede alle stampe per i tipi delle Edizioni Paoline un libretto dal titolo "Fede marginale in un paese cristiano".
Quel paese cristiano era Capranica. E la fede marginale quella dei suoi abitanti.
Il libretto reca infatti come sottotitolo "Appunti di una ricerca sulla religiosità degli abitanti di Capranica": 78 pagine di analisi sulla situazione socio-religiosa della comunità capranichese compreso un resoconto della missione cittadina che si svolse dal 18 marzo al 1° aprile del 1973 condotta dalle Figlie di San Paolo.
Ebbene, dall'interessantissimo libretto emerge come i capranichesi, già quarant'anni fa, avessero dei comportamenti tali da poter essere definiti come "clienti" della Chiesa piuttosto che testimoni del Signore Gesù (cfr. p. 41). Una fede, un'esperienza religiosa personale, intesa più alla maniera di chi va in Chiesa (intesa sia come luogo fisico ma anche metafisico) come si va al supermercato per acquistare beni e servizi: per l'estrema unzione per un morente pittosto che per il catechismo per i propri figli, o per partecipare ad un gruppo di catechesi piuttosto che per chiedere di partecipare al corso pre-matrimoniale.
Insomma, la Chiesa come un grande magazzino dove ognuno va, prende quello che cerca - lo compra, potremmo dire - e se ne torna a casa (non si sa se contento e soddisfatto...).
Ma la ricerca di Berzano poneva anche l'accento su come i capranichesi si recavano a questo grande supermercato soprattutto per abitudine - per mancanza di scelta, egli dice a pagina 39 - comprando sempre gli stessi prodotti spesso senza sapere perché. La ricerca, infatti, denotava come molte persone praticavano la Santa Messa senza conoscerne davvero le sue parti e il senso delle medesime, mentre evidenziava come il 65% dei capranichesi non avesse mai aperto la Bibbia pur partecipando alle funzioni domenicali. E quindi ecco che la partecipazione alla Santa Messa diventava - nel 1973 - solo un motivo per dare "...alla domenica un carattere festivo, garantendo una relazione pacifica e rassicurante con Dio" (p. 39).

A pagina 17, infine, Don Berzano riportava i dati della partecipazione alla Messa domenicale negli anni:
Nel 1971, secondo i dati ISTAT, la popolazione del paese segnava n. 3.787 abitanti

Ma anche le abitudini cambiano... e nel tempo le presenze alla Messa si sono progressivamente erose soprattutto in proporzione alla popolazione complessiva del paese.
Le rilevazioni che seguono le ho eseguite io personalmente nel 1992, 1999, 2007 e 2011:

Presenze alla Messa nel 1992
Presenze alla Messa nel 1999
Presenze alla Messa nel 2007
Presenze alla Messa nel 2011
 Il quadro riepilogativo dal 1963 ad oggi è quindi il seguente:

1963 - popolazione: 3.946 - praticanti: 1.488 (37,71%)
1972 - popolazione: 3.850 - praticanti: 1.092 (28,36%)
1992 - popolazione: 4.747 - praticanti: 1.005 (21,17%)
1999 - popolazione: 5.550 - praticanti: 937 (16,88%)
2007 - popolazione: 6.063 - praticanti: 929 (15,27%)
2011 - popolazione: 6.673 - praticanti: 827 (12,39%)

Ma al di là delle considerazioni demografiche (aumento della popolazione, diminuzione dei capranichesi d'origine, immigrazione da Roma, etc.), noi ci dovremmo interrogare in maniera molto approfondita, e soprattutto per immaginare nuovi percorsi di progettazione della pastorale parrocchiale, sulla composizione di questo piccolo resto d'Israele che frequenta le funzioni domenicali: da dove vengono, qual'è il loro grado di coinvolgimento nelle dinamiche ecclesiali (parrocchiali e diocesane), quali sono le motivazioni della loro partecipazione, etc...





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