07 settembre 2013

Digiuno e preghiera con Papa Francesco: contro i distinguo di alcuni infallibili




Ho ritrovato un mio articolo apparso su "La Città", un periodico viterbese (allora era un quindicinale cartaceo, oggi è un quotidiano web), in occasione della giornata di digiuno e preghiera del 14 dicembre 2001 voluta da Giovanni Paolo II dopo l'inizio della guerra di Afghanistan e i tragici fatti dell'11 settembre.
Lo ripubblico qui sotto interamente. Mi pare che il succo sia ancora adattabile alla giornata di oggi indetta da Papa Francesco.
Tuttavia, oggi su Facebook ho potuto leggere i soliti distinguo di alcuni infallibili che si credono profeti ma che di profetico non hanno proprio nulla.
Come Don Paolo Farinella, prete, come orgogliosamente egli stesso si definisce, il quale l'altro ieri scrive sul suo wall:

DIGIUNO PER LA PACE!
NEL RISPETTO ASSOLUTO PER PAPA FRANCESCO,
DICO NO!
di Paolo Farinella, prete

Genova 05-09-2013 - Volevo anche io aderire all’invito di Francesco papa per un giorno di digiuno per la Pace in Siria, sabato 7 settembre 2013, mentre i G20 a San Pietroburgo, mangiano caviale e salmone e decidono la guerra o meglio la vendita di armi, sempre redditizia. Poi leggo che vi aderiscono: Mario Mauro, ministro italiano della guerra, sempre in quota CL, già Pdl ora montiano e favorevole alla grazia per Berlusconi; Formigoni Roberto, CL celestiale, non nuovo ai rapporti con i Dittatori e indagato anche lui e strenuo difensore di Berlusconi.
Potrei continuare nella litania dei colpevoli che non dovrebbero nemmeno farsi vedere, se avessero un minimo di coscienza e di dignità. Invece …
A questo punto più che un digiuno per la pace mi pare un coffe break dalle larghe intese con delinquenti e guerrafondai e immorali in passerella da primo piano. No, il casino non fa per me! A tutti un abbraccio affettuoso.
Paolo Farinella, prete

Allora mi viene da pensare: chi sono io per giudicare se una persona può o non può aderire all'invito del Papa? Chi sono io per stabilire che i vari Formigoni, Mauro etc., solo perché fanno parte di alcune forze politiche o di movimenti ecclesiali che a me non piacciono o non approvo, non debbano partecipare al digiuno. Dunque, mi fa schifo digiunare solo perché ci sono costoro? Secondo questo ragionamento Cristo non avrebbe mai dovuto andare a pranzo e a cena con pubblicani e agenti delle tasse. O ricordo male? O interpreto male il Vangelo? Io fossi in Don Paolo Farinella mi farei un bell'esame di coscienza e mi domanderei moltissimo sul senso del mio essere prete. E' questa sicumera ideologica che rovina la Chiesa. Ed è questo volerla dividere per forza secondo categorie che non gli sono proprie (cristiani di destra vs. cristiani di sinistra quando dovrebbereo esserci cristiani e basta). Se diciamo che non aderiamo perché ci sono persone che non riteniamo degne non abbiamo capito nulla. Davvero. E quando questi ragionamenti provengono da un prete che tanto orgogliosamente ostenta il suo essere prete (Paolo Farinella, Prete, scrive), sinceramente vado in crisi... 

Perché digiuno il 14 dicembre

             Tanta gente ha già fatto sapere di aderire. Uomini e donne del mondo della politica, della scienza e della cultura, del volontariato e della comunicazione. Pacifisti e non, sostenitori del movimento anti-globalizzazione e non, credenti e laici, politicamente di destra, di sinistra, di centro. Il 14 dicembre aderiranno all’invito lanciato dal Papa di digiunare e pregare a favore della pace nel mondo, in coincidenza con l’ultimo giorno del Ramadan musulmano. E’ davvero profetico questo Papa. Oggi come ieri. Capace di chiedere perdono per gli errori commessi dalla Chiesa. Capace di convocare tutti i capi religiosi ad Assisi per il prossimo 24 gennaio. Capace, insomma, di gesti che fanno clamore e che interpellano direttamente le coscienze di tutti gli uomini. Di tutti davvero. Indistintamente. Anche di quelli che non hanno il dono della fede e che, come il grande Montanelli che spesso invidiava chi la aveva, chissà cosa avrebbero dato per averne almeno un pezzettino. “Segni dei tempi”, avrebbe commentato un suo illustre predecessore, un tale Angelo Giuseppe Roncalli. E viste le adesioni alla giornata di digiuno, che via via si vanno raccogliendo e che si ingrossano sempre più, chissà cosa avrebbe pensato Joseph Stalin a vederle. Forse avrebbe strabuzzato gli occhi. Incredulo. Lui che spesso si domandava quante fossero le divisioni di cui disponeva il Papa. “Segni dei tempi”, riconosciamo noi. E al di là dei distinguo personali che comunque ci sono ancora, poiché il gesto del digiuno non è un atto religioso specifico (lo conoscono bene, ad es., i radicali, che spesso scendono in sciopero della fame, e prima ancora i ghandiani), forse l’aspetto su cui molti degli aderenti non si ritroveranno, sarà quello della preghiera. Il Papa infatti non propone una giornata di digiuno qualsiasi. Non è una semplice giornata di sciopero della fame per protestare contro la guerra. E non è con questo segno di protesta che si spingeranno i grandi della terra a sedersi attorno ad un tavolo e a discutere. E’, al contrario, una giornata di digiuno e preghiera, perché solo con la preghiera si da senso al digiuno e lo si fa diventare esso stesso preghiera. Solo con la preghiera, per chi ci crede, si riescono a scardinare i cuori, anche i più duri. Solo con la preghiera, e io ci credo, si riuscirà a squarciare il velo del buio che stiamo vivendo per lasciare entrare i raggi della speranza. Solo con la preghiera riusciremo insieme a trasformare il volto di questo millennio, abbruttito già nella culla dagli avvenimenti dell’11 settembre, in un tempo di pace. Per questo vale la pena di digiunare. Per questo digiuno il 14 dicembre.

Nessun commento:

Posta un commento

Ciao! Grazie per aver lasciato un commento su Hic et Nunc!