07 luglio 2017

Accoglienza sostenibile spiegata ai miei figli.



Ho una casa. 4 persone la abitano. È dotata di 4 letti per chi ci abita e di due letti per ospiti. Ho due ospiti. Gli abitanti della casa diventano 6. All'inizio tutto va bene ma dopo qualche giorno le abitudini diverse si cominciano a notare. All'improvviso giungono altri 2 ospiti che non trovano ospitalità in altri luoghi. Ci attrezziamo con dei materassini da campeggio e li accogliamo. Tutti sono felici. Gli ospiti perché sono stati ospitati e noi perché lo abbiamo fatto. Dopo qualche giorno la convivenza si fa più difficile. I bagni non sono sufficienti. 2 ospiti sono accampati per terra nel soggiorno della casa. Non si conciliano i tempi e i modi di fruizione della casa. Chi vuol vedere la TV non può vederla perché i due ospiti che stanno nel soggiorno vogliono dormire. Gli altri due ospiti impediscono l'utilizzo di altri ambienti. Inoltre, i due coniugi proprietari della casa, escono ogni mattina per andare a lavoro. L'unico sostentamento degli ospiti è lo stipendio dei proprietari della casa. Anche i due figli escono ogni mattina per andare a scuola. I 4 ospiti rimangono a casa da soli. La situazione diventa insostenibile e nascono tensioni all'interno della casa tra i 4 proprietari e i 4 ospiti. Questi non sono più visti come ospiti ma come intrusi... E' l'inizio di una spirale...

Accoglienza sostenibile significa: accoglienza non a tutti i costi.

Perché l'accoglienza è una cosa seria. 

E accogliere per far star male non è accogliere.

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