Se in Portogallo non c'era nessuno per strada, nonostante il
giorno bene avviato in Spagna è come se fosse ancora notte fonda: nessun
rappresentante del genere umano all’orizzonte, a parte noi pellegrini. Le
frecce del Cammino piegano verso l'imbarcadero sul fiume Minho. Da qui è
bellissimo il colpo d'occhio sulla città di Valença con il bel ponte
internazionale, bianco, con la sua struttura metallica che si staglia e si
rispecchia sulle acque del Minho. Incontriamo finalmente il primo cippo che
segna la distanza da qui a Santiago: mancano ancora 115,454 m.
Saliamo verso Tui passando sotto alla strada statale
costeggiando un muro di cemento armato ricoperto di murales. Da qui si sale
seguendo le conchiglie gialle su fondo azzurro, piccole piastrelle di ceramica raffiguranti
la vieìra, incastonate nelle murature e negli intonaci delle facciate
delle case, che ci accompagneranno in maniera silenziosa ma insostituibile fino
alla fine del Cammino. In circa mezz'ora dalla partenza, ci troviamo davanti
all'austera facciata della cattedrale di Tui in Praça de San Fernando. Ma qui…
sorpresa! Realizziamo, con un po’ di disappunto, che abbiamo perso un'ora solo
a causa del cambio del fuso orario. In Spagna sono già le otto e
quarantacinque. È come se fossimo partiti alle 8,00. E poi a Tui è tutto chiuso,
negozi e bar, compresa la cattedrale. Dobbiamo aspettare che apra per poterla
visitare e poter timbrare la nostra credenziale. Nel frattempo riusciamo a fare
una buona e abbondante colazione in un bar che ha appena aperto (miracolosamente)
nella piazza stessa. Il portale della cattedrale di Santa Maria è magnifico,
bisognerebbe stare qui ore a guardare tutti i particolari che offre e i
significati nelle infinite figurazioni che solo l’arte romanica sa regalare.
Due giovani ragazzi arrivano da Valença percorrendo l’ultimo tratto di salita
con grande nonchalance. Rapidi, fanno colazione e si riavviano subito.
All'interno della cattedrale sorprendenti macchine barocche colme di stucchi e
di ori fanno da contraltare alla severità e alla sobrietà dell’architettura in
stile tardo-romanico. Si notano infatti numerosissimi elementi gotici sia all’interno
che all’esterno. Approfittiamo anche per visitare il bellissimo chiostro
adiacente alla cattedrale. Consigliato per chi vuole godersi davvero il Cammino
e non vuole considerarlo soltanto come una maratona (come molti fanno). Da Praça
de San Fernando il Cammino percorre in discesa una serie di vicoletti
caratteristici dove si affacciano bellissime casette costruite con pietre di
granito, fino ad arrivare di nuovo al livello della riva orografica destra del
fiume Minho. Capiremo a Porrinho che il granito in questa parte della Galizia è
la pietra costruttiva tradizionale. Quando, man mano che ci allontaniamo dal
centro, le case del paese divengono piccole casette unifamiliari o villini, cominciamo
anche ad imbatterci nei tradizionali Cruceiros e nei tipici granai
domestici, gli hórreos. Ne parleremo più in là.
In questo tratto alla periferia di Tui, incontriamo una
pellegrina portoghese, che ci accompagnerà fino alla conclusione del Cammino.
Ci chiede, cercando di farsi capire un po’ a gesti e un po’ nella sua lingua, di
aiutarla a verificare se nelle tasche del suo zaino ci sono i suoi occhiali da
vista. Teme di averli persi. Oculos! Oculus! Esclama. Noi non riusciamo
a capire subito ma poi, dal momento che anche noi indossiamo degli occhiali da
vista, ci fa capire di che cosa sta parlando. Trovati gli occhiali, che per
fortuna stavano in una tasca dello zaino, ci ringrazia tantissimo e si avvia
solitaria verso Santiago salutandoci. La incontreremo spesso, e d'ora in poi
noi la chiameremo semplicemente Oculos.
Il tratto di cammino da qui a O Porrinho è molto piacevole,
e si snoda attraverso la campagna e il bosco da Ribeira, costeggiando alcuni
corsi d'acqua. Questi vengono superati dal sentiero, la senda, attraverso
ponticelli di legno o di grandi lastroni di granito. Si oltrepassa anche un
ponte romano ben conservato (a Orbenlle). Il Cammino portoghese, infatti,
ricalca quasi fedelmente il tracciato dell’antica strada romana XIX, che
metteva in collegamento la città di Braga (in Portogallo), con la città di
Astorga (oggi in Spagna). Attraversando questi boschi, ci sembra di vedere paesaggi
irlandesi o scozzesi, tante e tante volte visti nei film, che ci rimandano immediatamente
a culture celtiche. Altra costante del Cammino sono i cippi chilometrici che la
Giunta dell’Autonomia della Galizia ha fatto installare nel territorio della
Regione su tutti i tracciati del Cammino, da quello francese a quello inglese,
da quello primitivo a quello portoghese, negli anni subito dopo la celebrazione
della Giornata Mondiale della Gioventù del 1989, che si è svolta a Santiago del
Compostela, e che ha ridato vigore a questa pratica di pellegrinaggio fino a
quell’anno caduta quasi nel dimenticatoio.
Altra caratteristica del Cammino, che possiamo verificare di
persona durante la nostra prima tappa, è la costante presenza di piccoli posti
di ristoro, posizionati in punti ben definiti del tracciato. Dopo averne
incontrati un paio, di cui uno all’interno di una vistosa roulotte gialla, ci
fermiamo ad un punto di ristoro quasi a metà strada denominato o Ciriringo.
Meraviglioso! Restiamo affascinati ed in estasi per la cortesia delle persone
che ci accolgono. Qui possiamo respirare un'area magica fuori dal tempo.
Pellegrini fanno colazione seduti al tavolo dopo essersi tolti le scarpe.
Qualche ragazza prende il sole sulle sdraio. Galline gironzolano per il prato
noncuranti della presenza degli umani. Al Ciriringo non ha importanza
quanta strada hai fatto o quanta ne hai ancora da fare. Quella dietro di te è
fatta, quella da fare, ti aspetta ma senza fretta. Sta lì, nessuno te la
toglierà. Da buoni italiani non possiamo rinunciare ad una colazione a base di
caffè tanto più che la lavagnetta che ci accoglie sulla strada promette che
questo viene preparato con la moka. Ma qui scopriamo anche la fantastica
spremuta di arancia che diventerà insostituibile in tutte le nostre colazioni
da qui alla fine del Cammino. Sempre qui al Ciriringo, vediamo per la
prima volta un cartello con tantissime frecce che oltre ad augurare buen caminho
ai pellegrini, indica anche le distanze dalle maggiori Città che si incontrano
sul tracciato. Ci accorgiamo che per O Porrinho mancano ancora 9,5 km e che per
arrivare fin qui da Tui abbiamo percorso 9,7 km. Da qui a Santiago mancano 107
km, Lisbona è lontana 527 km e Fatima si trova a 315 km. Porto sta a 122 km, mentre
Redondela, la nostra tappa di domani, è lontana 25 km, quindi per Pontevedra bisogna
coprirne 42 e per arrivare a Finisterre ancora 183! Quanto dobbiamo camminare
ancora! Bella idea questa! Ci rimettiamo in cammino discutendo del proposito di
fare un cartello del genere a Capranica con le distanze delle tappe della Via
Francigena, da Roma a Canterbury, da Viterbo a Brindisi, da Gerusalemme a…
Santiago! E se ne facessimo uno sul nostro terreno di nocciole? Proprio a zero
metri di distanza dal tracciato della Francigena? E se lo disegnassimo sulla
parete della cabina ENEL? E se facessimo un murales?...


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