30 marzo 2020

Non alimentiamoci del vangelo del sensazionalismo, ma di quello della quotidianità



Mamma mia, quanta attività! In questi giorni di pandemia brulicano sul web le profezie apocalittiche mariane che starebbero per avverarsi (Medjugorje, Trevignano, etc, etc.), le notizie di prodigiose e straordinarie (non miracolose, il miracolo è un'altra cosa) lacrimazioni di statue di madonne e gesùcristi, le catene whatsapp di volti di Dio che compaiono nel cielo romano durante la diretta della benedizione Urbi et Orbi di papa Francesco, lo scorso venerdì 27 marzo, tanto che verrebbe da dire che lassù in questi giorni c'hanno gran da fare.
La società del sensazionalismo, che è il solo motore della notizia, ci porta però a sviluppare una fede che si basa solo ed esclusivamente su fatti straordinari, o sul credere che questi si verificheranno prima o poi. Intendiamoci, i fatti straordinari ci vogliono. I Vangeli sono pieni di miracoli e prodigi di Gesù, che tuttavia egli operava per affermare la sua divinità e la sua missione di Cristo Messia e non per suscitare le masse ("trasforma sassi in pane", gli dice il demonio nel deserto, ma egli rifiuta perché l'uomo non vive di solo pane, ma anche della Parola che esce dalla bocca di Dio, cfr. Mt. 4,4). Ma lo stesso Gesù ci dice da ben 2000 anni (e senza lacrimazioni e apparizioni) di vegliare perché non sappiamo né il giorno e nell'ora (Mt. 25,13). E ci dice anche che quanto a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, nė gli angeli nel cielo né il Figlio (il Figlio! e quindi neppure Maria sua madre), eccetto il Padre (Mc 13,32).
Per questo mi dispiace vedere molti di noi cristiani che si alimentano quotidianamente di fede sensazionale. Che aderiscono alla fede perché la madonna ha detto questo, perché la madonna ha promesso, perché la madonna ha rivelato o non rivelato... Quasi che il loro credere non sia un atto libero e consapevole dell'intelletto, bensì coatto, o comunque indotto a pena di.
Non è questo il Vangelo di Gesù.
Per questo non alimentiamoci di straordinarietà e di sensazionalismo.
Perché la fede è quotidianità, è fatica del giorno perché venga la sera nel sereno della famiglia, è lavoro fatto con amore e dono, è ascolto e accoglienza delle persone che la Provvidenza ti mette  davanti, ed è veglia vigile come quella della sentinella nella notte buia, nell'attesa del giorno e della nostra ora.
Per questo, dunque, più che scorrere le righe di messaggi soprannaturali per conoscere morbosamente il destino dell'umanità tra promesse (o minacce?) di esplosioni nucleari, epidemie, guerre, terremoti, uragani, eruzioni e palle di fuoco che vengono dal cielo, vale davvero la pena di affidarci con serernità ai disegni della Provvidenza divina, e alla potenza miracolosa (questa si) del Vangelo del quotidiano! Ogni giorno, con fatica e gioia.

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