L’ammazzatora, il mattatoio, era un piccolo edificio di rosso tufo che sorgeva un tempo in fondo alla Via Romana, in corrispondenza dell’incrocio con la strada bianca che si inerpica su per la salita detta “dell’Americano”, in direzione delle località di Monticelli e Pogliere (strada vicinale di Monticelli). Fu in uso fino alla metà degli anni ’70 quando venne sostituito da una struttura più moderna, situata all’estremità meridionale del quartiere Vallesanti.
L’apparato amministrativo del Comune di
Capranica prevedeva a quel tempo nella pianta organica del personale,
addirittura un operaio all’uopo assunto, che ricopriva il ruolo di “custode del mattatoio comunale”. I
macellai del paese vi effettuavano l’abbattimento e la macellazione soprattutto
di bovini, poiché i maiali venivano ancora ammazzati in ambito casalingo, in
qualche tinello o direttamente vicino alla “porcareccia”, ovvero quella stessa
“arola” dove, beatamente ignari della loro sorte, avevano avidamente goduto del
cibo contenuto nel trogolo fino a qualche momento prima. Quando le esigenze
igienico-sanitarie divennero più stringenti a causa dell’evoluzione della
normativa nazionale, l’ammazzatora in
via Romana venne abbandonato e l’attività si trasferì, come abbiamo già
accennato, nel nuovo edificio di Vallesanti. Nella seconda metà degli anni
Ottanta, dopo una decina di anni di utilizzo come magazzino comunale, il
piccolo fabbricato terminò la sua esistenza. Nell’ambito della sistemazione
dell’area adiacente alla fonte di San Rocco, venne infatti abbattuto. Esattamente
come gli animali che al suo interno vi avevano trovato la morte.
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