15 maggio 2013

Fuochi d'artificio...

 
Di questo articolo apparso sul blog Piazza Capranica, mi assumo la responsabilità...

Certo che i fuochi d'artificio sul ponte dell'orologio sono suggestivi. Con tutti quei giochi di colori e di luci, gli scoppi, i fischi... (ogni volta che assisto ad uno spettacolo del genere - chissà perché? - mi sovviene spontaneamente "il bombardamento di Adrianopoli" di Filippo Tommaso Marinetti).

Poi la batteria finale di mortai - temerariamente appoggiati (con poca cautela per la pubblica incolumità) sulla discesa del ponte - ha fatto la sua bella figura finale con l'Orologio che si è infiammato di rosso prima delle ultime esplosioni finali...

Bello. Non c'è che dire.  Eppure, mentre assisto allo spettacolo, mi viene in mente che tutta quella gente, venuta qui a San Francesco soprattutto da altri quartieri, sta qui per divertirsi.

È venuta nel centro storico perché è tradizione che sia così, anche se non abita e non vive nel centro storico. Si è fatto sempre così. La tombola che chiude le feste religiose si è fatta sempre a San Francesco, mentre dietro la porta dell'Orologio tante persone sono "costrette", quasi in "cattività", in un recinto sempre più stretto e angusto.

Eppure chi abita a via Giovanni Paolo I (io), piuttosto che a via D'Annunzio, o a via De Gasperi, Colle del Petrarca, Villetta, Sacro Cuore o Canicole, questi problemi non se li pone. Semplicemente da' per scontato che sia così. Ovvero che il Centro Storico serva solo per andarci - sempre più spesso - in occasione di feste (tradizionali e non), lasciando a chi ci abita problemi e disagi.

Come quello di rinunciare sempre più spesso alla propria libertà di movimento, data l'impossibilità di uscire ed entrare con l'automobile in occasione delle feste. Se contiamo feste tradizionali (4/5 l'anno, per le quali riteniamo che la chiusura del centro storico si debba praticare), notti bianche, cene di beneficienza estive (va ricordato che Capranica è un comune fondato sul bar e sulle cene), durante l'estate sono sempre di più le occasioni in cui chi abita "al di là del Ponte" è costretto a limitare i propri movimenti. Per non parlare delle assurde chiusure domenicali in occasione delle funzioni religiose della parrocchia... Vorrei vedere, allora, se chi abita a Colle del Petrarca, a via Giovanni Paolo I (io), via D'Annunzio, e compagnia bella, si vedesse costretto a rinunciare a prendere la macchina per portare la spesa, accompagnare una persona anziana, caricare o scaricare mobili e suppellettili...

Ma il brutto di questa problematica è che da un po ' di tempo si è ingenerata l'idea che per rivitalizzare il centro storico ci sia bisogno di portare chi non lo abita e non vive i suoi problemi ad usarlo come un salotto, anzi no, come una casa di campagna dove andare a farsi una cenetta ogni tanto al fresco del ponentino estivo. E così si moltiplicano le cene estive e le occasioni di chiusura con aumento dei disagi per chi ci abita soprattutto dopo il crollo della via Romana.

Ma perché l'Amministrazione dopo anni di "che fare?" per il centro storico (che ricordano amaramente gli interrogativi assillanti dei cafoni di Fontamara), comitati, assemblee pubbliche, non mette in agenda un vero processo partecipativo (vero, non finto) per ascoltare i veri problemi di chi abita il centro storico?

Perché non delocalizza alcune feste o cene organizzate da associazioni di volontariato (Avis, Croce Rossa, Casa di Nonna Anna...) a Vallesanti, al piazzale dei Lavoratori, al piazzale della Madonna del Piano, al Campetto?

Perché non delocalizza altrove eventi (come le Olimpiadi della Famiglia o la Notte delle Notti per esempio)?

Non sarà mai una festa in più che servirà a risolvere i problemi del centro storico ma sarà una festa in meno a diminuirli... E farà bene l'Amministrazione, a questo proposito, se davvero riuscirà a riportare all'interno del centro storico artigiani e mestieri, attività commerciali.

Ma dopo anni di mancanza oramai ultraventennale di politiche serie per il centro storico, dopo mancanza di forme di incentivazione alle ristrutturazioni (troppo facile accontentare i famelici imprenditori capranichesi con nuove lottizzazioni), dopo una carenza di forme di programmazione urbanistico-edilizie (c'è un Piano Particolareggiato tanto assurdo su determinati aspetti che comunque lo definisci gli fai un complimento), la strada sarà molto dura...

Nessun commento:

Posta un commento

Ciao! Grazie per aver lasciato un commento su Hic et Nunc!